“Racconti d’Estate”: la terza ed ultima parte de “Il Dottore Licata” di Giuseppe Graceffa
“Racconti d’Estate“, la nuova rubrica settimanale di Scrivo Libero, che per questa stagione estiva vuole allietare i nostri lettori con alcuni racconti dello scrittore aragonese, Giuseppe Graceffa (in foto), un autore poliedrico che predilige spaziare con disinvoltura tra generi letterari diversi, dal realismo alla fantascienza, nonché tra stili di scrittura differenti, dal romanzo al racconto, dalle sceneggiature ai saggi.
Finalista in diversi concorsi letterari, ha pubblicato un saggio cinematografico sulla trilogia di Matrix e un romanzo fantasy dal titolo “Il Sigillo di Khor” edito dal gruppo editoriale Twins Edizioni & David And Matthaus, disponibile in libreria o al seguente link.
Dopo il successo di “Grano Duro”, oggi la terza, ed ultima, parte del racconto “Il Dottore Licata“:
“IL DOTTORE LICATA”
PARTE TERZA
Era un ometto piccolo e curvo, dall’andamento insicuro ma che quando ti guardava negli occhi, trasmetteva un senso di ingordigia e spregiudicatezza che sembravano senza fine.
Andarono nello studio dell’uomo e quando Giovanni gli chiese la somma che gli abbisognava, questi non si scompose minimamente ma anzi si recò in uno stanzino adiacente da dove ritornò qualche minuto dopo con i soldi in mano. Li contò davanti a Giovanni e gli disse quali erano gli interessi che pretendeva a fronte di quel prestito. Giovanni non prestò attenzione a quello che il vecchio gli diceva. Tutto ciò che gli importava al momento erano quei soldi, e quindi accettò senza fiatare tutte le condizioni imposte dall’usuraio.
Quando uscì da quella casa, si sentì per un attimo quasi felice. Adesso avrebbe potuto sbattere in faccia a quel dottore ladro i suoi soldi. E questa volta non avrebbe abbassato gli occhi davanti al medico.
Lui pagava, e avrebbe preteso un trattamento da signori, per sua moglie e per lui stesso.
Prima che fosse arrivato a casa però, l’euforia per i soldi che aveva in tasca era già scemata. Il pensiero relativo alla restituzione del denaro infatti, e la preoccupazione per gli interessi che aveva da pagare avevano preso il sopravvento.
Tuttavia, quando a casa vide sua moglie, tutti i pensieri passarono e gli rimase solamente l’ansia per la sua sorte e per quella del figlio che doveva nascere.
Mandò giù qualche boccone della minestra che Concetta aveva preparato e poi si precipitò, insieme a Ciccio che aveva deciso di fargli compagnia, davanti all’ingresso del cortiglio in attesa dell’arrivo del dottore.
Un paio di ore dopo, l’inconfondibile rumore prodotto dall’automobile del medico preannunciò il suo imminente arrivo. La macchina si materializzò borbottando dietro la curva della discesa dove si trovava Giovanni, seguita da diversi ragazzini urlanti che le correvano dietro incuriositi da qualcosa di così insolito. Giovanni si mise in mezzo alla strada e fece segno con le mani di fermarsi e questa si arrestò a pochi metri da lui. Il dottore uscì poco dopo, con il suo elegante vestito di tweed e con in mano la borsa che portava sempre con se quando andava a visitare
– buongiorno dottore – esordì Giovanni che questa volta non si tolse il cappello come aveva fatto la prima volta che aveva incontrato il medico
– buongiorno. La casa è questa? – chiese Licata guardandosi intorno
– no, è dentro il cortiglio. Ce la faccio vedere –
Giovanni si mosse verso la casa ma il dottore rimase fermo e tossì due volte per attirare l’attenzione. Il contadino ritornò allora verso il medico
– c’è da saldare il mio onorario – gli ricordò vedendo l’atteggiamento perplesso di Giovanni
– va bene – rispose mettendo le mani in tasca. Tirò fuori i soldi e li consegnò al dottore il quale li contò e li infilò in un portafogli che estrasse dalla tasca interna della giacca
– mi faccia strada – disse infine, pronto a visitare la donna.
All’interno del cortiglio, erano tutti in attesa dell’arrivo del medico, il quale però non degnò nessuno di uno sguardo ed entrò dritto nella casa di Giovanni.
Una volta dentro, invitò poi quest’ultimo ad uscire ed aspettare fuori mentre cominciava a dare ordini alla ‘za Fina che graziosamente si era prestata per aiutare.
Al giovane, quindi, non restò altro da fare che starsene a passeggiare nervosamente nel cortiglio, incoraggiato e consolato dai vicini, ma soprattutto a sentire i commenti che cominciavano a sprecarsi sul medico. Quello si che è un signore, diceva una, e che vestiti che portava, rispondeva l’altra, fra mezzi sorrisi e occhiate allusive.
Finalmente però, alla fine, il pianto di un neonato annunciò che il parto era finalmente avvenuto. Giovanni si lancio verso la porta di casa e, con il cuore in gola, potè finalmente vedere la sua Assunta che teneva in braccio il piccoletto.
-E’ un maschio- gli disse Fina e poi corse fuori a gridarlo a tutti, ripetendolo a chiunque si avvicinava mentre riceveva baci e complimenti dalle altre comari.
Giovani abbracciò la moglie e il figlioletto e solo in un secondo momento si accorse del dottore che si stava rimettendo la giacca dopo aver rimesso a posto la sua borsa.
– arrivederci – disse semplicemente ed uscì dalla casa con il suo classico modo di fare altero ed imperioso. I vicini, che si accalcavano davanti all’abitazione, più per vedere lui che per il bambino o per la salute della mamma, gli fecero largo in silenzio, ma quando una delle donne chiese a voce alta se gradiva qualcosa da bere, allora tutte le altre cominciarono ad offrirgli a loro volta qualcosa, in una sorta di competizione che vedeva il medico quale giudice unico ed insindacabile. Questi però rifiutò cortesemente ma fermamente tutto ciò che gli veniva offerto, con la scusa che non aveva tempo in quanto doveva fare ancora una visita in paese prima di tornare in città.
Si avviò quindi verso l’auto e partì subito dopo, tra gli sguardi di tutti i presenti che continuavano a chiamarlo per offrirgli qualcosa, e con il solito codazzo di ragazzini che si misero a correre ed inseguire la macchina che lentamente si allontanava, fino a sparire tra le strette e tortuose stradine del paese.
Certo, l’altra visita che doveva fare non sarebbe stata così difficile come quest’ultimo intervento che aveva compiuto, pensò tra sé il medico, mentre si dirigeva verso la signora Attardo, moglie di un facoltoso commerciante, uno di quei pochi che era riuscito a fare una discreta fortuna in un paese come quello.
Certo, si diceva che prestasse i soldi a strozzo, ma cosa poteva mai importare ad uno come lui quello che diceva la gente. Del resto era un buon cliente che pagava sempre, e soprattutto, sia lui che la moglie non godevano di una salute di ferro. Per cui, che la gente dicesse tutto quello che voleva, l’importante per lui era solamente che gli Attardo continuassero ad avere salute cagionevole e che continuassero a guadagnare i soldi per pagarlo ogni volta che lo chiamavano. Del resto i soldi sono soldi, riflettè mentre arrivava davanti all’elegante palazzina a due piani, e a lui non era mai importato da dove provenissero i soldi dei suoi pazienti.
Fu accolto in casa con inchini e riverenze degne di un sovrano, e i salamelecchi continuarono per tutto il tempo della visita. Quando però il dottore comunicò al padrone di casa che la moglie necessitava di costosi medicinali che lui stesso gli avrebbe fornito, gli ossequi scemarono vistosamente. E cessarono del tutto quando gli comunicò l’ammontare della sua parcella e il costo dei medicinali.
Lo ‘zi Gasparo, nonostante gli improperi che lanciava tra sé, e le richieste al medico di ricontrollare l’ammontare della cifra che gli chiedeva, finì come sempre per sganciare i denari che il dottore pretendeva, non tanto per garantire gli adeguati farmaci alla moglie, quanto per assicurarsi i favori del medico che sicuramente avrebbe dovuto assistere anche lui nel prossimo futuro. Se lo pagava per intero e senza fare storie, ne era certo, il medico sarebbe stato sempre disponibile e puntuale e soprattutto preciso nella cura. Non gli sarebbe convenuto infatti, perdere un paziente come lui.
Quando finalmente Licata uscì dalla casa di Attardo, rientrò in macchina, prese una scatola di metallo che teneva nascosta da sguardi indiscreti e ne tirò fuori un bel sigaro. Lo guardò con aria soddisfatta, lo accese e cominciò a fumare con calma. Si rilassò per qualche attimo, poi avviò la vettura e si allontanò per tornare in città.
Il buio della sera era già calato quando uscì dal paese e l’uomo cominciava anche a sentire un certo languore per cui cominciò a spingere la vettura ad una maggiore andatura, nonostante le buche della strada, poco adatta al mezzo che guidava.
Fu però costretto a fermarsi del tutto quando trovò davanti a se diversi massi che ostruivano il percorso. Imprecò tra sé per come lo Stato teneva le strade in Sicilia e non si accorse che un paio di uomini sbucarono dall’oscurità e si posero davanti alla vettura brandendo una lupara ciascuno. Gli prese quasi un colpo quando vide i banditi con le armi spianate ed immediatamente alzò le mani in segno di resa. I due, che nascondevano il volto dietro dei fazzoletti, gli dissero di scendere dalla macchina e si fecero consegnare i soldi. Il dottore non protestò minimamente, tirò fuori il portafogli e diede tutti le banconote ad uno dei due banditi. Uno dei due prese i soldi, li contò, si tenne cinquecento lire e il resto lo gettò a terra. Poi fecero risalire il dottore in macchina e in un attimo scomparvero nuovamente nell’oscurità.
Giuseppe Graceffa
Leggi la prima parte del racconto “Il Dottore Licata“;
Leggi la seconda parte del racconto “Il Dottore Licata“;
Non perdete la seconda parte del prossimo racconto “La Truscia” che sarà pubblicata sabato 8 agosto.
Ecco il calendario delle prossime pubblicazioni:
– Sabato 8 agosto: prima parte del racconto “La Truscia“;
– Sabato 22 agosto: seconda parte del racconto “La Truscia“;
– Sabato 29 agosto: terza (ed ultima) parte del racconto “La Truscia“;
– Sabato 5 settembre: prima parte del racconto “Questione di corna“;
– Sabato 12 settembre: seconda parte del racconto “Questione di corna“;
– Sabato 19 settembre: terza (ed ultima) parte del racconto “Questione di corna“.
Non mancate all’appuntamento!!!
Per acquistare l’ultima opera di Giuseppe Graceffa, Il Sigillo di Khor, visita il seguente link