Quell’inferno chiamato Pronto Soccorso – FOTO
Quando si parla di sanità, soprattutto ad Agrigento, si rischia di andare sul banale. Sì, perché le denunce e le indignazioni sembrano oramai trovare quel qualcosa di “scontato” e di “ordinaria” normalità.
Solo lo scorso 5 giugno abbiamo accolto l’appello di una collega giornalista, che ha voluto testimoniare con gli occhi di una normale cittadina quello che accade al Pronto Soccorso dell’Ospedale S. Giovanni di Dio di Agrigento. Nella sua semplicità, la collega ha inoltrato una semplice lettera al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale, dr. Lucio Ficarra, nella quale narrava, con dovizia di “scandalosi” particolari, una semplice giornata trascorsa al Pronto Soccorso del nosocomio agrigentino.
Ian McEwan diceva che “lavorare al Pronto Soccorso è come prendere lezioni di misantropia”. Ed in effetti lo scenario cui giornalmente si assiste in quel luogo non può far altro che alimentare un forte senso d’odio nei confronti del genere umano.
Oggi, per comprendere il grado di civiltà di un popolo è necessario verificare la qualità dei servizi erogati alla persona; essi, infatti costituiscono l’esatto indicatore del progresso sociale di un popolo.
Facendo questa debita premessa, quel che ne viene fuori da una giornata trascorsa al Pronto Soccorso agrigentino mostra un risultato aberrante che non lascia spazio ad alcuna interpretazione: ad Agrigento non vi è “civiltà”.
Siamo andati a verificare le condizioni in cui versa il nosocomio S. Giovanni di Dio, e quello che ne viene fuori è uno scenario raccapricciante. Disservizi, estenuanti attese, carenza di personale, sporcizia e tanto altro, sono solo alcuni degli aspetti che abbiamo verificato in un giorno che potremmo definire di “ordinaria follia”.
Medici, infermieri, pazienti e familiari che non possono far altro che vivere una drammatica situazione di totale soggiogazione verso un sistema oramai “consuetudinario” cui sembra esserci tristemente abituati.
Ci rechiamo intorno le ore 21 verso il Pronto Soccorso e prima ancora di entrare echeggiano le urla di pazienti e familiari disperati. Vogliamo capire meglio di cosa si tratta e con stupore conosciamo che la disperazione di molta gente si tocca con mano. Pazienti in attesa di essere visitati, o semplicemente di ricevere notizie in merito alla propria condizione di salute, da ore nei corridoi. Ci avviciniamo da qualcuno di questi per comprendere la condizione in cui vivono in un “infermo” chiamato Pronto Soccorso. Prendiamo le testimonianze di chi aspetta da 8, 9, 10 e più ore senza capire nulla, senza avere quel minimo sostegno e supporto “umano” che potrebbe in qualche modo rasserenare la loro preoccupazione.
Ah sì, facevamo cenno ai corridoi. Quegli spazi che da qualche mese sono pieni di cartelloni nei quali viene pubblicizzato il progetto del nuovo Pronto Soccorso. La piantina progettuale porta la data del 10 gennaio 2015, ma sembra che tutto sia fermo; niente e nessuno sa qualcosa sui lavori di ristrutturazione che avrebbero dovuto iniziare già da mesi, ma che ancora oggi non vi è alcuna notizia.
Ma il vero dramma è quello dei medici. Due soli dottori pronti ad accogliere in due distinte stanze i poveri ammalati che hanno tristemente bisogno di cure. È il personale medico e paramedico ad avere la peggio. Sono loro a ricevere le lamentele di un sistema oramai al tracollo; a dover affrontare turni estenuanti e stressanti sono solo 4 medici di ruolo. Carenze d’organico, che dovrebbero invece vedere in pianta organica più di 10 camici bianchi. È un vero e proprio “inferno” dove mancano perfino barelle e sedie a rotelle. Gente che arriva e che non si sa nemmeno dove poterla sistemare. Un luogo in cui manca tutto: medici, infermieri, ausiliari e dove perfino i reparti restano chiusi.
Sì, perché in alcuni reparti di notte mancano addirittura i medici. Avete capito bene: in un Ospedale vi sono reparti senza medici!!! Forse neanche nei paesi del Terzo Mondo, ma ad Agrigento tutto è possibile. Vi è un’urgenza? Si deve aspettare il medico di turno che arrivi da chissà dove e dunque altre ore ad aspettare in balia del “nulla”.
In astanteria addirittura il medico finisce il turno alla mezzanotte e fino alle 8 del mattino il “buio” più totale, con i medici del pronto soccorso pronti ad intervenite in caso di urgenza.
E che dire della radiologia di Pronto Soccorso? Ovviamente, chiusa!
A questo bisogna aggiungere le condizioni di igiene e pulizia. Bagni al limite della decenza, e se entrate in qualche corridoio principale, quello che vedrete è raccapricciante: cicche di sigaretta nei reparti, garze sporche di sangue per terra, fili di elettricità scoperti non a “norma”.
Questo è semplicemente il Pronto Soccorso di Agrigento!
Un “memento” per il Direttore Generale dell’ASP: offrire servizi sociali per la salute del cittadino, per la famiglia, per i minori, per i portatori di handicap, per gli anziani, per la donna, per le fasce svantaggiate, etc. è la priorità con la quale l’amministrazione dell’Azienda dovrà fare i conti. Saranno queste risposte alle esigenze del cittadino il trattino d’unione con l’apparato politico-amministrativo, saranno queste attenzioni verso i bisogni che daranno un senso e una “parvenza” di civiltà. E’ questo che significa avere riguardo per la dignità del Cittadino.
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One Comment
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cittadino curioso says:
si carmelo, figurarsi se ficarra, o seminerio o lo bosco o un qualsiasi dirigente si intrufola al pronto soccorso del resto, perchè lasciare un comodo ufficio con aria condizionata funzionante per scendere tra noi comuni mortali?