Quelle strane “voci” di Girgenti Acque
È ancora una volta Girgenti Acque l’oggetto di critiche e polemiche da parte dei cittadini che si ritengono vessati da un comportamento al di là di ogni limite di sopportazione.
Dopo l’inchiesta del quotidiano “La Repubblica” quello che desta preoccupazioni ai cittadini è una strana “voce” che risulta dalle bollette inviate dall’ente gestore.
Si tratta dei cosiddetti “Addebiti/Accrediti diversi” che altro non sarebbero che il più noto “deposito cauzionale” che molti cittadini, prima del 2008, avevano già versato nelle casse del Comune di Agrigento.
La semplice voce “Addebiti/Accrediti” sembrerebbe infatti non rispecchiare i dettati legislativi e regolamentari delle Autorità circa la “trasparenza” dei documenti di fatturazione. Una pratica che sembrerebbe essere sconosciuta a Girgenti Acque e che che porrebbe l’utente in un limbo di assoluta “ignoranza” circa i pagamenti da effettuare.
L’anomalia nasce dal fatto che il Comune, al momento del trasferimento dei fascicoli relativi ai singoli contratti sottoscritti dagli utenti per il servizio di fornitura idrica, si sia “dimenticato” di conferire alla Girgenti Acque Spa le somme percepite a titolo di anticipo sui consumi.
Tali somme infatti, secondo quanto previsto dalle norme regolamentari, sarebbero dovute tornare nelle tasche dei contribuenti al momento della risoluzione del contratto. Fatto, quest’ultimo, che con il passaggio della gestione alla Girgenti Acque Spa non solo non è accaduto, trattenendo illegittimamente le somme, ma per di più in modo presumibilmente arbitrario l’attuale ente gestore sembra abbia deciso di far pagare in rate trimestrali il “deposito cauzionale”.
“Si tratta di una pratica fuori legge – dichiara uno dei cittadini che ha denunciato pubblicamente l’anomalia – in quanto chi ha pagato come me il Comune non può pagare due volte la stessa cosa. Se Girgenti Acque vuole il “deposito cauzionale” se lo faccia dare dal comune… è un’ulteriore vergogna… e a subirne le conseguenze sono sempre i cittadini”.
Perplessità che si legano anche a quanto già chiesto dall’ATO idrico e sul quale l’ente gestore sembra fare “orecchie da mercante”. Su questo, ma non solo, l’ATO dovrebbe meglio vigilare e chiedere una maggiore trasparenza a tutela dei cittadini.
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