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Cultura

Quando Agrigento era come Vienna e la Sicilia odorava di musica e brillantina…

Nelle case dei siciliani del secolo scorso sia in Sicilia, in Belgio, in Germania che nelle città del nord Italia Torino, Milano, Genova è facile trovare un 78 giri della cetra con in brani dei Fratelli Li Causi. Va ricordato che la prima registrazione di Vitti Na crozza dopo il successo del film Il Cammino della speranza che ebbe il premio Oscar d’argento al Festival di Berlino nel 1951 venne registrata da Michelangelo Verso. I Fratelli Li Causi hanno portato la novità, il collegamento con la musica americana, argentina e non solo. E non si pensi che i Fratelli Li Causi erano autori di canzonette, i loro inizi sono stati le opere di musica classica Il Rigoletto, La Norma, La Cavalleria rusticana.

I Fratelli Li Causi hanno cambiato nel tempo le loro scelte musicali per venire incontro ai gusti del pubblico. Va detto che nel cd vengono eseguiti 15 brani magistralmente da Tom Sinatra e il lavoro si conclude con una speciale interpretazione di Antonio Zarcone con uno speciale arrangiamento di Tom Sinatra. Il libro è stato pubblicato dall’editore siciliana Pippo Bellone nativo di Sambuca che vive ed opera a Montescaglioso a due passi da Matera e sarà presente al festival internazionale di Torino dal 14 al 18 ottobre e a Dicembre alla fiera del libro di Roma.
Un importante recupero della memoria quello compiuto dei due Autori di questa pregevole opera che si prefigge lo scopo di fare ricordare due musicisti di valore quali i Fratelli Li Causi.
Giuseppe Maurizio Piscopo e Antonio Zarcone, entrambi nativi di Favara, hanno unito i loro due destini artistici e professionali nel rievocare l’opera preziosa di questi due grandi artisti a cui si deve la composizione di oltre duemila brani, un repertorio immenso, variegato e vastissimo.

I due Autori si sono ritrovati nella stessa città dove sono nati, dove la loro storia culturale e umana ha avuto inizio, nel momento in cui hanno costituito prima un duo e poi il Gruppo Popolare favarese.
I loro brani musicali sono stati registrati per la prestigiosa casa discografica “Cetra” e resi popolari per la diffusione radiofonica ma sono poi caduti nell’ oblio. Il loro brano più famoso rimane “Vitti ‘na crozza”, colonna sonora del film “Il cammino della speranza” del 1951,con la regia di Pietro Germi, girato proprio a Favara. I fratelli Li Causi hanno reso grande la musica popolare siciliana in tutto il mondo e rivoluzionato il modo di eseguirla ed è senza alcun dubbio meritorio fare conoscere questi autentici personaggi della musica che si sono rifatti alle antiche tradizioni.

Franco e Totò Li Causi, nel tempo si sono avvalsi di strumenti antichi come il mandolino e gli strumenti a plettro ed hanno sempre posto al centro del loro percorso artistico, la ricerca della vera e autentica essenza della musica popolare siciliana. E questo attraverso l’evocazione di immagini e suggestioni strettamente legate ai luoghi nativi da cui traspare il legame con la terra, la luce ed il clima unico di una terra. Ma nella loro musica si evoca anche lo spirito di una musica che ha radici antiche nel tempo, antiche culture di una musica mediterranea che esprime l’anima e l’identità del popolo siciliano.

Franco e Totò Li Causi sono stati due grandi musicisti siciliani e internazionali che hanno reso Agrigento come Vienna città della musica. I due fratelli che costruivano i loro strumenti con le loro mani, sono riusciti a portare la Sicilia in ogni parte del mondo. Hanno composto più di duemila brani ed hanno registrato per la Cetra. La radio e le tournèe li ha resi famosi. Sono conosciuti per la canzone Vitti’Na Crozza , colonna sonora del film di Pietro Germi Il Cammino della Speranza, girato a Favara nel 1951 tratto dal libro di Nino De Maria Cuore negli abissi. Il libro racconta l’appassionante storia dei due musicisti di Porto Empedocle e contiene un raffinatissimo cd con le musiche dei fratelli Li Causi rieseguite dal Maestro Tom Sinatra, erede spirituale dei due grandi musicisti e accompagnate da Olga Bergeza alla fisarmonica, Giuseppe Porretta al violino, Mauro Cottone al violoncello e si conclude con una particolare interpretazione di Vitti ‘Na Crozza cantata da Antonio Zarcone con gli arrangiamenti di Tom Sinatra. Nel libro è presente una galleria di foto storiche fornite dai figli Davide e Franco Li Causi curate dal fotografo Angelo Pitrone. La prefazione è di Marco Betta Compositore e direttore artistico del teatro Massimo di Palermo, mentre la postfazione è di Carlo Aonzo Musicista e Concertista internazionale.

“Erano anni – afferma Antonio Zarcone – che sognavo di far rivivere la musica dei fratelli Li Causi che hanno lasciato un grande patrimonio culturale all’umanità e la loro storia non poteva rimanere dannatamente in oblio, sarebbe stata una vera ingiustizia per tutti i siciliani e non solo! Attraverso la storia di Tom Sinatra viene raccontata la sua infanzia vissuta a casa Li Causi, con un velo di commozione. In sala di incisione ha realizzato una vera magia: ha fatto rivivere l’atmosfera e lo stile di quegli anni ed ha eseguito 15 brani in maniera impeccabile che stupiranno gli ascoltatori e resteranno nella storia della musica””.

“Franco e Totò Li Causi – sottolinea Tom Sinatra – sono stati due Grandi Musicisti della platea internazionale che hanno esportato la tradizione siciliana in giro per il mondo. Specialmente nel dopoguerra hanno portato in Italia la modernità che qui era inesistente o quasi. Solo chi riusciva a sbirciare su Radio Londra conosceva l’esistenza di certa musica… Con questo lavoro vogliamo promuovere la Cultura e mettere i Fratelli Li Causi al loro giusto posto insieme alla loro Grande Musica. I fratelli Li Causi sono i mentori della mia musica e del mio percorso artistico””

Maurizio Piscopo
Negli anni settanta con Antonio Zarcone lavoravamo a Milano. Qui abbiamo incontrato Virgilio Savona del quartetto Cetra, Michele Straniero e Dario Fo. Da questi grandi Maestri abbiamo appreso cosa vuol dire fare ricerca. Gli anni ci hanno fatto maturare e riscoprire sempre di più le nostre radici che non vanno cancellate ma tutelate e restituite alle nuove generazioni per crescere e migliorare la nostra società che ha una storia millenaria”.