Dati sempre più preoccupanti, quelli relative alle catture accidentali con reti da posta e palangari, tuttavia le sperimentazioni portate avanti dall’Istituto di Scienze Marine del CNR (ente capofila del progetto), unitamente all’impegno degli altri partner, lasciano spazio ad un certo ottimismo nella ricerca di soluzioni in grado di soddisfare le esigenze dei pescatori e la salvaguardia di una specie quale la Caretta caretta, protetta da numerose convenzioni internazionali e inserita nella Direttiva UE “Habitat” quale specie prioritaria ad alto rischio di estinzione in tutto il suo areale di distribuzione.
Alla riunione hanno partecipato anche funzionari del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, partner di progetto, che a loro volta hanno esposto gli ottimi risultati conseguiti dallo staff del Settore Ambiente con il coordinamento dell’azione E3 per tutta la Sicilia e dell’azione E2 per le tre marinerie della provincia con l’apertura di desk informativi per gli operatori della pesca sui fondi europei FEAMP 2014-2020.
Ricordiamo che il progetto “Tartalife” è finanziato dall’Unione Europea con il contributo dello strumento finanziario LIFE+ NATURA 2012 della Commissione Europea, e cofinanziato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Direzione Generale Pesca e dalla Regione Marche. Il partenariato è formato da CNR-ISMAR (ente capofila), Libero Consorzio Comunale di Agrigento, Ente Parco Nazionale dell’Asinara, Fondazione Cetacea, Area Marina Protetta Isole Egadi, Legambiente, AMP Isole Pelagie (Ente Gestore Comune di Lampedusa e Linosa) e Consorzio UNIMAR.