Procedura concorsuale nell’ambito del PNRR: alla candidata di Naro vanno esibiti gli atti
La dott.ssa V.B. (54 anni) di Naro partecipava alla procedura selettiva per il reclutamento di esperti nell’ambito del P.N.R.R.. Tuttavia, il dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri – senza alcuna motivazione – escludeva la dott.ssa V.B. dalla procedura selettiva, precludendo alla stessa di partecipare alla seconda fase della selezione.
Cosicché, la candidata, volendo conoscere le ragioni per le quali è stata esclusa, presentava istanza di accesso agli atti, che veniva parzialmente riscontrata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, trasmettendo alla candidata la documentazione oscurata dei nominativi di tutti i candidati inclusi nell’elenco trasmesso alla regione.
La candidata si rivolgeva allora all’Avv. Girolamo Rubino, che, con ricorso proposto innanzi al T.A.R. per il Lazio – Roma, chiedeva l’annullamento del silenzio formatosi sull’istanza di accesso agli atti presentata e l’accertamento dell’obbligo per la presidenza del Consiglio dei Ministri di esibire gli atti della procedura selettiva, al fine di conoscere le ragioni per le quali la dott.ssa V.B. veniva esclusa dalla procedura concorsuale.
Si costituiva in giudizio, dal canto suo, la Presidenza del Consiglio dei ministri, rappresentata e difesa dall’Avvocatura Generale dello Stato, che ha sollevato una serie di eccezioni, puntualmente smentite dagli scritti difensivi depositati dall’Avv. Girolamo Rubino in difesa della propria assistita.
L’Avv. Rubino, segnatamente, sottolineava l’illegittimità del comportamento posto in essere dalla Presidenza del Consiglio che ha finito con il sacrificare gli interessi della candidata alla procedura selettiva, primo fra tutti quello relativo a conoscere ed avere accesso agli atti della procedura concorsuale al fine, anche, di tutelare in giudizio i propri diritti ed interessi legittimi.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, accogliendo in toto il ricorso patrocinato dall’Avv. Rubino, ha ordinato alla Presidenza del Consiglio di consentire l’accesso ai documenti richiesti dalla candidata, oltre a condannare la stessa amministrazione al pagamento delle spese legali.