Il Tribunale della libertà di Palermo, sciogliendo la riserva assunta il 10 settembre scorso accogliendo la richiesta dei suoi difensori, avvocati Maria Rosa Concetta Bonanno e Arnaldo Faro, hanno concesso gli arresti domiciliari a S. R. che era stato raggiunto alla vigilia di Ferragosto, dalla misura cautelare della custodia cautelare in carcere.
Secondo l’accusa, l’uomo, un agrigentino di anni 26, é responsabile di Stalking in danno di una donna quarantenne, S.V., conosciuta all’incirca 5 anni addietro e di cui si era invaghito. S.V (queste le iniziali del suo nome) aveva respinto le avance amorose e sessuali dell’uomo, che aveva già provveduto a denunziare una prima volta nel 2018 per il reato di minaccia (processo che sarà celebrato all’udienza prossima il 23.9).
Ciononostante S.R. era ritornato alla carica , di recente, appostandosi presso la abitazione della sua vittima pedinando e seguendo la donna in Via Atenea di Agrigento telefonandole ripetutamente anche in ore notturne e recandole visite non gradite presso il luogo di lavoro (un noto pub nella stessa via Atenea) ed anche importunando persone legate a lei ora da amicizia , ora da rapporti di lavoro.
Infatti in una occasione S. R. aveva rubato il casco a XX per danneggiarglielo per poi depositarlo nottetempo nei pressi della abitazione della sua vittima; in un altra occasione aveva avvicinato l’avvocata della donna M. E. N. per indurla a persuadere la sua cliente a rimettere la denunzia.
In un primo momento all’uomo era stata applicata la misura cautelare del divieto di avvicinamento, (con l’applicazione del braccialetto elettronico), alla vittima, ed ai suoi amici (tre noti avvocati agrigentini molestato dall’uomo), ma lo stesso aveva rifiutato di indossare il presidio elettronico; talché la misura cautelare su richiesta della Procura era stata aggravata, con provvedimento del GIP, prima nel divietò di dimora ad Agrigento e poi nella custodia cautelare in carcere, dopo che l’uomo era stato scorto ai primi dello scorso Agosto, in Via Atenea, luogo di lavoro della vittima.
I legali di S.R., BONANNO E FARO rivolgendosi al Tribunale della libertà, che ha accolto il loro ricorso, hanno sostenuto l’erroneità del provvedimento cautelare della carcerazione infra muraria, dovendosi prediligere, per il criterio della gradualità, la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari, ora applicata dallo stesso Tribunale a S.R.