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Presunta estorsione a clienti: Cassazione respinge il ricorso delle sorelle Picone

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati dagli legali difensori dell’avvocatessa agrigentina Francesca Picone e della sorella Concetta coinvolte nell’inchiesta su una presunta e tentata estorsione ai danni di alcuni clienti.

I giudici della Seconda Sezione hanno altresì condannatole ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro duemila ciascuno a favore della cassa delle ammende.

Il ricorso verteva l’impugnazione dell’ordinanza del Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, che lo scorso 9 giugno aveva restituito gli atti del procedimento a loro carico in Procura, ritenendo che il fatto contestato fosse diverso rispetto a quelli descritti nei capi di imputazione.

Per gli avvocati difensori delle due imputate, veniva invece accertata “l’insussistenza dei reati contestati” e di conseguenza il provvedimento sarebbe stato “abnorme” e da “annullare”.

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