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Poste Italiane: Palazzo delle Poste di Agrigento tra i palazzi storici di prezioso volume artistico

Nell’anno in cui Poste Italiane celebra i suoi 160 anni, i Palazzi di Poste continuano a rappresentare un punto di riferimento sul territorio nazionale e ad essere un simbolo della bellezza architettonica e della storia dell’Italia. Il Palazzo di Agrigento, oggi come ieri, è emblema di un’epoca e ricopre un ruolo di indiscutibile testimonianza storica e di maestosa autorevolezza.
Il palazzo viene realizzato tra il 1932 e il 1935, su progetto di Angiolo Mazzoni, già impegnato nei lavori del palazzo delle Poste di Palermo. L’originale impianto cilindrico è espressione della visione futurista e razionalista che permea moltissime opere pubbliche degli anni ’30. Cemento armato, marmi, pietre colorate, elementi funzionali e decorativi coesistono e le sculture di Quirino Ruggeri e i mosaici di Matilde Festa Piacentini impreziosiscono gli interni. Il palazzo delle Poste di Agrigento è ancora oggi non solo un punto di riferimento architettonico e artistico, ma anche un presidio sul territorio comunale, ospitando gli uffici della filiale provinciale di Agrigento di Poste Italiane e uno degli oltre 10 uffici postali presenti in città.

I palazzi di Poste Italiane spesso sono opere d’autore, nelle loro più diverse declinazioni artistiche e strutturali hanno rappresentato negli anni la trasformazione che il nostro Paese ha vissuto tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopo guerra. Anche dal punto di vista della cultura architettonica hanno contribuito a delineare il contorno di una inedita modernità, senza dimenticare l’importante ruolo sociale che hanno rappresentato per tutte le generazioni e in ogni epoca.

La bellezza del Palazzo di Piazza Vittorio Emanuele è stata esaltata nel prestigioso volume artistico “LE BELLE POSTE. Palazzi storici delle Poste Italiane” edito da Franco Maria Ricci proprio in occasione dei 160 anni di Poste Italiane. Il testo è una raccolta di schede tecniche, immagini e approfondimenti degli edifici storici accompagnati da bozze e disegni realizzati da fotografi d’eccellenza come Luciano Romano, Giovanni Ricci-Novara e Massimo Listri.