“Al consiglio – scrivono i capigruppo – erano presenti, oltre ai consiglieri e all’amministrazione, rappresentati della deputazione regionale e nazionale e delle organizzazioni sindacali. Dalla totalità degli intervenuti, preliminarmente, veniva preso atto di come l’azienda abbia oramai ridotto drasticamente il ciclo produttivo e di conseguenza l’impiego di personale non sia superiore alle venti unità e che la forza lavoro preesistente è stata trasferita in altri siti produttivi o messa in mobilità usando gli ammortizzatori sociali previsti dalla norma”.
“Ciononostante il territorio continua ad essere occupato dall’insediamento industriale, per la gran parte non più operativo, senza che peraltro se ne conosca la futura destinazione.
Ebbene, gli interrogativi posti nel corso del consiglio, cui l’azienda si ritiene debba fornire importanti e celeri risposte, attengono, innanzitutto, alla sorte dei dipendenti rimasti senza lavoro e all’utilizzo di una vasta area con destinazione industriale. È fondamentale conoscere se esistono elementi tali da far ritenere possibile una loro riassunzione a Porto Empedocle o in eventuali altri stabilimenti”.
“Si conveniva unanimemente che, nella denegata ipotesi l’insediamento empedoclino non dovesse riprendere l’intero ciclo produttivo, rendendo definitiva l’interruzione dei rapporti lavorativi, il Comune dovrà conoscere, a stretto giro, la destinazione cui l’azienda vorrà dare ai 700 ettari di territorio occupato. È importante, per quanto concerne l’area, avere contezza di eventuali cessioni ad altri imprenditori o di possibili reimpieghi da parte della medesima impresa, attivando i necessari protocolli di legalità a garanzia del territorio”.
“In entrambe le ipotesi, interesse prioritario manifestato da tutti i presenti è stato quello di voler richiedere all’azienda la bonifica integrale dell’area da essa occupata al fine di scongiurare qualsiasi immissione inquinante su Porto Empedocle e su tutta la zona limitrofa.
Infine il Consiglio Comunale, rappresentate tutta la comunità empedoclina, si riserva di valutare la possibilità di istituire una commissione consiliare con l’ausilio di organismi pubblici e con il coinvolgimento dei sindacati,nel rispetto della normativa vigente, per avviare una seria conoscenza dei luoghi al fine di evitare passività ambientali.
Altresì il Consiglio resta in attesa delle determinazioni del Governo regionale e della sua deputazione per avviare una seria vertenza sulle cementerie”.