Dal 1981 a oggi, per la progettazione del ponte sullo Stretto, sono state sprecate ingenti risorse, buttate al vento a causa di politiche ondivaghe, fondate su demagogia e veti incrociati. Oggi il Governo Meloni, attraverso il ministro Salvini, ripropone il progetto di costruire l’importante infrastruttura che gli architetti agrigentini ritengono indispensabile e strategica per rilanciare il corridoio Berlino-Palermo e, di conseguenza, il ruolo della Sicilia e della Città dei templi quale Porta d’Europa nel Mediterraneo, dal punto di vista turistico, economico e commerciale.
«Speriamo sia la volta buona – afferma il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola – e che i cittadini non vengano illusi ancora una volta da un cronoprogramma ambizioso, che indica l’inizio dei lavori entro il 2025 e l’apertura al traffico entro il 2032. In occasione delle consultazioni dello scorso mese di settembre, dal Governo regionale, per la redazione del Piano Territoriale Regionale – continua La Mendola – abbiamo redatto un documento condiviso con la base, attraverso un’apposita assemblea degli iscritti, quale contributo alla redazione dell’importante strumento di pianificazione regionale. In particolare, il documento condiviso dagli architetti punta non solo all’aeroporto di Licata, quale infrastruttura prioritaria per lo sviluppo della nostra terra, ma anche alla realizzazione del ponte sullo Stretto quale importante grimaldello per richiamare nuovi investimenti per l’alta velocità su strada gommata e soprattutto su strada ferrata, per l’ammodernamento e la velocizzazione della viabilità interna e per potenziare i porti, in modo che siano in grado di garantire l’attracco delle navi da crociera e dei grossi mercantili in transito nel Mediterraneo, diretti ai Paesi del Nord Europa. Siamo infatti convinti – prosegue il presidente dell’Ordine degli architetti – che senza un collegamento veloce sullo Stretto, la Sicilia non sarà mai dotata dell’alta velocità su strada ferrata, elemento fondamentale per rilanciare l’intero sistema infrastrutturale siciliano. Chi investirebbe, infatti, sul Freccia Rossa che attraversa la Sicilia per poi fermarsi a Messina per un lentissimo attraversamento in traghetto? Stigmatizzando quel benaltrismo che spesso blocca il rilancio socio-economico della nostra terra – conclude Rino La Mendola – auspichiamo che il ponte sia finalmente realizzato – nel rispetto del cronoprogramma annunciato e degli studi geologici, strutturali e di mitigazione ambientale eseguiti dagli esperti incaricati- unitamente ad altre importanti infrastrutture come la Gela- Castelvetrano, che chiuderebbe l’anello autostradale siciliano, e lo scalo aeroportuale nella Piana di Licata, che riteniamo fondamentale per lo sviluppo della nostra terra».