Politici come “babbaluci”: tutto pronto per l’avvio della campagna elettorale per le regionali
Perchè le lumache escono dopo le piogge? Un interrogativo di non poco conto se teniamo in considerazione che le temperature miti ad Agrigento sembrano essere un vero “dilemma” per le piccole creature, costrette a rintanarsi in posti bui e umidi per poter sopravvivere.Ma quando arrivano le piogge, ecco che le lumache trovano il loro ambiente ideale per uscire ed andare a cercare cibo; escono dai fossati o dai quei luoghi umidi e posti al riparo da caldo e luce.
Ad Agrigento, dicevamo, accade però che le temperature miti rappresentino un vero problema per questi esseri; eppure che da qualche settimana iniziano a “vedersi” e “sentirsi” gruppi di lumache, “babbaluci” per intenderci che escono probabilmente alla ricerca di “cibo”, o semplicemente per farsi “vedere”. Sì, perché passata la pioggia invernale, ecco che si avvicina quella che è la più ghiotta occasione per i “babbaluci” di uscire e farsi vedere nella loro incantevole bellezza.
Quella dei “babbaluci” è ovviamente solo una metafora, ma la similitudine di ciò che sta per iniziare ad accadere ad Agrigento, e non solo, è il quadro di quello che ha visto, e purtroppo vede, ancora oggi la Sicilia “vittima” di anni di gestione politica assolutamente fallimentare.
Accade infatti che si apre la stagione politica, quella delle elezioni regionali. Deputati e aspiranti tali, pronti a contendersi uno scranno a Palazzo dei Normanni per “risollevare le sorti del nostro territorio e della Sicilia“. Parole che oramai per ognuno di noi “suonano” vecchie, ma la nostra, seppur breve, esperienza giornalistica ci porta a fare una considerazione che è frutto di ciò che viviamo in queste settimane.
Sono infatti molteplici i comunicati stampa di questo o quel politico, pronto ad intervenire su ogni tipo di problema. Esprimono soddisfazione, manifestano “impegni” parlamentari, si dichiarano pronti ad intervenire per risolvere problemi, spesso creati da loro stessi. Politici che inaugurano la loro campagna iniziando a farsi semplicemente “vedere” e “sentire”. Poco importa se in questi ultimi anni i comunicati e gli interventi degli stessi si possono contare sulle dita di una mano; oggi è un altro periodo, quello della campagna elettorale e quindi occorre intervenire, farsi sentire, proporre, parlare alla gente.
Se ad Agrigento, ad esempio, perdiamo parte gli introiti provenienti dagli incassi della Valle, o se vengono, ancor peggio, stornati ad altri fini in altri territori poco importa; se l’Università ad Agrigento sembra oramai una lontana speranza per migliaia di studenti, la colpa è sempre degli altri; se gli sforzi di qualcuno vengono continuamente osteggiati e vanificati per diverse appartenenze politiche o per il semplice gusto di dire: “iddru sì, e iu no?“; se ad Agrigento tutto ciò non ha contato, e non conta, per la classe politica regionale che ci ha governato da anni, l’interrogativo da porre è: perché intervenire giorno dopo giorno su questioni che Agrigento e la sua provincia ha da sempre sofferto? Cosa è cambiato oggi rispetto a ieri? Perché uscire dal letargo proprio ora?
Una risposta che solo gli elettori potranno dare, quando con l’arma della “matita” potranno cambiare qualcosa… o almeno avere la speranza di cambiarla!!!
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