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Regioni ed Enti Locali

Piani spiaggia, i comuni costieri devono adottarli ed evitare il blocco di nuove iniziative imprenditoriali

Nel settore della “Balneazione attrezzata” si continua a vivere nell’incertezza, con un continuo ribaltamento di posizioni e visioni, apertura e chiusura di spiragli.

“Gli operatori balneari devono ritrovare la propria serenità lavorativa” afferma Gero Niesi, Vice presidente vicario di Confcommercio Agrigento con delega al SIB, il Sindacato Italiano Balneari.
Ancora oggi la questione della durata delle attuali concessioni demaniali è un problema aperto, un nervo scoperto da affrontare seriamente e con chiarezza, senza false promesse o argomentazioni che non hanno solide basi giuridiche. Nell’ottica di tutelare le aziende balneari, Niesi chiede a tutte le Amministrazioni Comunali, ricadenti sulla costa agrigentina, di attuare quello che la normativa li chiama da tempo a fare, a prescindere da quale sarà la futura normativa sul rilascio delle concessioni demaniali, ossia dotarsi dei cosiddetti “Piani spiagge”, o per meglio dire, Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo, la cui assenza, di fatto, blocca qualsivoglia nuova iniziativa imprenditoriale.
Gli Enti Comunali hanno il dovere, oggi più che mai, di dotarsi e applicare questo indispensabile strumento necessario a regolamentare ogni opera pubblica, ogni struttura di servizio e ogni struttura di ristoro e ricreativa ricadente sulle nostre coste.
“Il “Piano Spiagge” è un tema di tale importanza che la sua immediata e improrogabile predisposizione non può e non deve esulare dal confronto fra i Comuni e chi, come noi, riveste da sempre un ruolo di rappresentanza – dice Niesi – in quanto risulta necessario condividere con gli operatori interessati questi temi, così come le priorità di intervento”.
Pertanto il SIB – Sindacato Italiano Balneari – chiede a tutti i Comuni di avviarsi al 31 dicembre 2023, ad oggi la data oltre la quale non potranno più avvenire i rinnovi automatici delle scadenze delle concessioni demaniali, con i Piani spiagge già operativi.
“Le strutture balneari – conclude Niesi – sono un patrimonio per tutti, sia economico che identitario e siamo certi che il coinvolgimento di tutte le parti in causa da parte dei Comuni darà una doverosa ed opportuna valorizzazione ad un percorso così importante e delicato”.