Ai sensi del D.A. n.57 del 12.08.2015 e n.76 del 25.09.2015 del competente Assessorato della Regione Siciliana, i pescherecci che effettuano la pesca con il sistema strascico, al fine di consentire il ripopolamento delle aree costiere, devono obbligatoriamente fermarsi per un periodo di 30 giorni consecutivi, con inizio tra il 10 ed il 21 settembre.
In deroga al predetto periodo, i motopesca che effettuano la pesca dei crostacei di profondità (gambero rosa, gambero rosso, gambero viola e scampo) possono, previa comunicazione al Compartimento Marittimo d’iscrizione, optare per un periodo di fermo antecedente (con inizio 16-31 agosto) o successivo (entro il 1°dicembre) rispetto al periodo generale. Per tali unità, che continuano l’esercizio della pesca, vige ad ogni modo l’obbligo di pescare al di fuori delle 12 miglia nautiche.
Il personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Lampedusa, sotto la guida del Tenente di Vascello Paolo Monaco, rispettivamente in data 24.09.2015 ed in data 05.10.2015 ha accertato la presenza di due pescherecci, uno catanese ed uno mazarese, intenti alla pesca a strascico ad una distanza inferiore alle 12 miglia nautiche dalla costa. Le unità navali della Guardia Costiera di Lampedusa hanno intercettato i motopesca che effettuavano la pesca illegale all’interno dell’area sottoposta al fermo, conducendoli in porto ed effettuando il sequestro dell’attrezzo da pesca utilizzato e del pescato, frutto dell’attività illegale. Ai comandanti dei motopesca sono state elevate sanzioni amministrative per un ammontare di 8.000 Euro. Considerato, inoltre, che l’attività figurava quale infrazione grave ai sensi del Reg. (CE) 1224/2009, n.6 punti sono stati rispettivamente assegnati ai comandanti ed ai titolari della licenza di pesca.
Alla predetta attività, si aggiunge, un altrettanto importante operazione di controllo pesca svolta, in data 30.09.2015, nei confronti di un motopesca tunisino che effettuava la pesca all’interno delle acque territoriali italiane, privo di autorizzazione da parte dello Stato costiero. Le verifiche, eseguite con l’ausilio di un velivolo del 2°Nucleo Aereo Guardia Costiera di Catania e coordinate dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e dalla Direzione Marittima di Palermo, hanno condotto al sequestro di una rete a circuizione del valore di circa 80.000,00 Euro, nonché al deferimento del comandante tunisino all’Autorità Giudiziaria. Al termine delle attività al Motopesca è stato consentito di riprendere la navigazione di rientro in Tunisia.
Nella notte tra il 5 ed il 6 ottobre, infine, la Sala Operativa della Guardia Costiera di Lampedusa ha eseguito un’evacuazione medica a favore di due marittimi che si trovavano a bordo di un motopesca tunisino che si trovava a circa 20 miglia nautiche dall’isola maggiore dell’arcipelago delle Pelagie. La motovedetta della classe 300, specializzata nei soccorsi a lungo raggio, con a bordo il personale medico del C.I.S.O.M. (Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta), ha raggiunto il motopesca tunisino, trasbordando i malcapitati e consegnandoli alle cure del Poliambulatorio dell’Isola di Lampedusa. Ai due marinai tunisini è stata diagnosticata rispettivamente una frattura del polso destro e una contusione alla schiena, causate da incaute manovre durante l’attività di pesca.