Ingiuste e inopportune critiche ai dipendenti comunali, i sindacati Cisl Fp, Fp Cgil, Uil, Csa e Ugl protestano con sindaco e Consiglio comunale: “Lavoratori usati come capro espiatorio delle condizioni in cui versa il Comune, serve una seduta d’aula chiarificatrice”.
I segretari Salvatore Parello, Enzo Iacono, Fabrizio Danile, Ernesto Marchese ed Ernesto Lo Verso, in una dura lettera, hanno fortemente stigmatizzato le posizioni prese da Amministrazione comunale di Licata, Consiglieri comunali e dal Segretario Generale Tartaglia durante due sedute, in particolare, dei lavori del civico consesso, quelle dello scorso 2 maggio e 1 giugno.
In particolare il primo cittadino ha parlato di “fatti non sopportabili” che la segretaria avrebbe subito da parte dei dipendenti comunali, così come la stessa dottoressa Tartaglia ha ribadito in modo esplicito: “Il problema non sono io… il generale senza soldati non fa nulla e il problema è che mancano i soldati…. Se l’esercito mette le mine per fare saltare in aria.. Ebbè il gioco non vale la candela. Tutto diventa inutile, improduttivo, non si raggiungono gli obiettivi”.
Ma non solo, la segretaria, raccogliendo l’assenso del sindaco, ha ribadito “l’assenza di collaborazione da parte dei profili professionali direttivi” che, ha detto “lavorano perché non si lavori”, denunciando altresì “iniziative professionali scritte da parte dei dipendenti molto gravi” in seguito ad alcune scelte.
A quanto verbalmente rilasciato dal sindaco e dal segretario, si aggiunge anche la voce del consigliere comunale che, quasi a voler coinvolgere la platea dei partecipanti, auspica, ergendosi a giudice contabile e del lavoro, una trasformazione dei crediti, vantati dai dipendenti, in debiti e un licenziamento in massa dei lavoratori.
“I dipendenti comunali meritano rispetto per il lavoro che da anni e sotto organico svolgono in condizioni oggettive e logistiche pietose, in assenza di ogni benché minimo percorso di aggiornamento formativo, privi di alcun punto di riferimento direzionale, con carichi di lavoro disparati e palesemente eccessivi – affermano i sindacati -. Un amministratore non dovrebbe confondere né assimilare il ruolo del factotum con quello dei dipendenti che sono, invece, il cuore pulsante dell’intera macchina amministrativa e che esplicano le loro funzioni, così per come richiesto dalla legge, per competenza, così per come, tra l’altro, sottolineato dal segretario generale durante la seduta consiliare svoltasi lo scorso 1 giugno. L’aula del consesso civico – continuano – non è un luogo dove dare dimostrazione in pubblico del proprio ‘talento’ o peggio ancora dove denigrare l’immagine della pubblica amministrazione e realizzare, con la divulgazione, un concreto e certo danno di immagine per lo stesso Ente, figura di matrice giurisprudenziale”.
Critiche particolarmente gravi e ingiuste, secondo le sigle, in considerazione del fatto che la procedura di riequilibrio ha operato un taglio del 70% delle risorse destinate alla contrattazione decentrata, penalizzando dipendenti e servizi privi di dirigenti, ossia di quelle figure altamente professionali che sono preposti per Legge a tutte le attribuzioni gestionali.
“La critica sindacale che qui esprimiamo con fervore – concludono – è mirata a porre un freno all’agire dell’Amministrazione comunale, spesso irrispettosa della dignità e professionalità dei lavoratori, che, consapevole dell’attuale disastrosa condizione dell’Ente, tenta, ignobilmente e violentemente, di scaricare ogni responsabilità sul personale dipendente. Chiediamo pertanto l’immediata convocazione in Consiglio comunale per un confronto pubblico e al fine di perseguire il bene della città, senza trascurare il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori”.