L’AIAS è una ONLUS sorta nel 1954 e dedita all’assistenza di persone portatrici di handicap o disabili, nonché delle loro famiglie. Per svolgere questa meritoria attività riceve finanziamenti pubblici, che, nel caso di Palermo, vengono erogati dall’ASP 6 e ammontano a circa 5 milioni di euro per anno.
Le Fiamme Gialle palermitane hanno accertato che le somme distratte sono state utilizzate dagli indagati per sostenere le spese di viaggio dalle rispettive abitazioni, site a Modica (RG), fino alla sede dell’associazione nel capoluogo, nonché per pagare parcelle a difensori di fiducia nominati in altro procedimento penale a carico, ovvero per soggiorni in hotel a Palermo, sia degli stessi indagati che di familiari e amici. Non solo, ma gli indagati hanno tratto in inganno il Consiglio di Amministrazione dell’Associazione con riferimento ad un’auto di servizio modello Nissan X- Trail che, immatricolata da un solo anno, è stata “fatta passare” come economicamente non conveniente perché necessitava di continui interventi di assistenza e manutenzione. Ciò ha determinato l’esigenza di procedere all’acquisto di una nuova macchina da parte dell’AIAS, mentre quella “vecchia” è stata poi comprata dal Presidente, ovviamente ad un prezzo più basso, e intestata al figlio.
A tutela dell’immagine e del valore sociale conquistato nel tempo dall’AIAS, in attesa delle evoluzioni del contesto, la Direzione Centrale di Roma ha commissariato la sezione di Palermo unitamente a quella di Bagheria che, se pur non ancora operativa, era presieduta dal figlio di Di Rosa.