Omicidio Loris Stival: ecco il business messo in atto dai familiari
Concluse le indagini sull’omicidio del piccolo Loris Stival e depositate tutte le carte dell’accusa, i riflettori si accendono sul “business” messo in atto dalla famiglia di Veronica Panarello.
Infatti le diverse ospitate e apparizioni sulle reti Mediaset, non sarebbero frutto di un’opera di carità per rendere giustizia ora a Veronica, ora al piccolo Loris (visto che la mamma e le sorelle della madre del piccolo hanno spesso corretto il tiro circa il ”j’accuse” iniziale rivolto a Veronica n.d.r)
” E’ come se ci dessero uno stipendio” recita una delle tantissime intercettazioni telefoniche e ambientali ora della mamma ora della sorella di Veronica, ubiquitarie presenze sulle reti Mediaset, ma con tanto di tariffario: tremilacinquecento euro ad intervista, duemila euro per la presenza a Domenica Live, oltre bonus e cure mediche rimborsate. ” La morte di Loris per l’intera famiglia Panarello è diventato un business economico” questo è quanto sostengono gli inquirenti.
Senza contare che anche il padre di Veronica Panarello si sarebbe impossessato di soldi che i cittadini avrebbero versato su un conto Poste pay in favore di Veronica. Squallore che si aggiunge a squallore dunque in una storia in cui probabilmente i familiari hanno perso di vista il fatto che un piccolo angelo non c’è più e che Veronica potrebbe essere la fautrice dell’omicidio di suo figlio.
In merito a questo il Procuratore Carmelo Petralia non avrebbe dubbi “Per noi è stata lei e questo è il compendio della nostra indagine completa di un profilo personologico non indifferente“. In base alla moltitudine di testimonianze ascoltate verrebbe fuori un profilo di una donna “capace di tutto, che, in modo premeditato e con spiccate capacità criminali, ha fornito una ricostruzione del tutto falsa della giornata del 29 novembre“, scrivono gli inquirenti
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