Ad esserne colpiti sono 46,8 milioni di persone, ma la cifra è destinata a raddoppiare ogni 20 anni e i costi aumentano di pari passo. Questi dati allarmanti emergono dal Rapporto Mondiale Alzheimer 2015 realizzato dall’Alzheimer’s Disease International (ADI).
Il continente maggiormente colpito è l’Asia, dove vivono quasi 23 milioni di persone con demenza, seguito da Europa (10,5), Americhe (9,4) e Africa (4). Ogni anno, secondo il rapporto, i nuovi casi di demenza registrati sono quasi 10 milioni (di cui circa 5 di Alzheimer), una crescita che porterà a una quota complessiva di 74,7 milioni di malati nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050. I numeri di questa ‘epidemia’ parlano chiaro e si traducono immediatamente in costi sia sociali che economici, fino ad ora sottostimati: ad oggi per la demenza si spendono complessivamente 818 miliardi di dollari annui, aumentati di ben il 35% in cinque anni.
Si stima che raggiungeranno i 1000 miliardi in tre anni: in pratica molto di più del valore di aziende come Apple (742 miliardi) e Google (368 miliardi). Se fosse una nazione, sarebbe la 18esima economia mondiale. Secondo gli esperti sottostimata la portata dell’epidemia odierna e futura di circa il 12-13% rispetto al Rapporto Mondiale 2009 e con un andamento dei costi che cresce più rapidamente del numero di persone malate.
Secondo Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è necessario aumentare la possibilità di accesso a diagnosi tempestiva, supporto postdiagnostico e migliore accesso all’assistenza, soprattutto in Paesi a basso e medio reddito.