Ogni anno 6 milioni di morti per il fumo
Ogni anno vengono fumate sei mila miliardi di sigarette nel mondo. Solo un’azione drastica potrebbe arginare questa tendenza irreversibile. Una potrebbe essere quella d’imporre livelli di tasse adeguate su sigarette e altri prodotti del tabacco.
Di fatto troppo pochi sono i governi nel mondo che hanno utilizzato delle misure più efficaci per lottare contro il tabagismo. È quanto afferma l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel suo ultimo rapporto “Global Tobacco Epidemic”. Lo studio evidenzia che solo 33 paesi impongono tasse pari a oltre il 75% del prezzo al dettaglio di un pacchetto di sigarette, mentre molti altri paesi hanno tasse estremamente ridotte ed alcuni nessuna tassa speciale sui prodotti del tabacco.
Eppure – sottolinea la direttrice generale dell’Oms Margaret Chan – “aumentare le tasse sui prodotti del tabacco è uno dei modi più efficaci e convenienti di ridurre il consumo di prodotti che uccidono e di generare al tempo stesso entrate sostanziali”. Diverse strategie per sostenere l’attuazione delle misure previste dalla Convenzione quadro dell’Oms sul controllo del tabacco (entrata in vigore nel 2005) includono inoltre politiche di prevenzione, di lotta al fumo passivo o divieti di pubblicità. L’Oms ritiene che le malattie legate al consumo di tabacco costituiscano “una delle più grandi minacce per la salute pubblica che il mondo abbia mai affrontato”. Infatti – afferma – circa una persona muore a causa di una malattia legata al tabagismo ogni sei secondi, pari a 6 milioni di persone all’anno circa. Se non saranno adottate misure forti per controllare l’epidemia, tale dato potrebbe superare gli 8 milioni l’anno entro il 2030. In confronto, più morti di HIV/AIDS malaria e tubercolosi messi insieme! Per esempio, quanti consumatori sanno che il fumo è una delle cause principali di cecità, calvizie e tumore della vescica, per non parlare di gravidanza ectopica, cataratta, frattura dell’anca, menopausa precoce, aborto spontaneo e disfunzioni erettili.
Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” alla luce di questi impressionanti dati non bisogna demordere con tutti i mezzi consentiti nella lotta contro questo problema che è causa di costi sociali impressionanti, adottando rigorose strategie di carattere transnazionale come questa sollecitata dall’Organizzazione Mondiale Della Sanità.