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Nuove regole sui vitalizi: anche l’ex governatore Cuffaro fra gli “sfortunati”

Indennità bloccata per ex deputati e senatori con condanne superiori a 2 anni per reati gravi. È questo in sintesi il contenuto della nuova delibera proposta ieri dai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, approvata giovedì dall’ufficio di presidenza dei due rami del Parlamento.

La delibera approvata introduce misure per la “cessazione dell’erogazione di vitalizi e pensioni a favore di deputati cessati dal mandato che abbiano riportato condanne definitive per reati di particolare gravità“. Considerati “gravi” i reati per mafia, terrorismo, peculato, concussione, violazione del segreto d’ufficio, ad eccezione però del reato di abuso d’ufficio. Per i reati minori, invece, perché scatti la cessazione dell’erogazione del vitalizio, occorre che vi sia stata una “condanna definitiva con pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a sei anni“.

Una decisione che inevitabilmente farà i conti con chi sarà colpito da questa decisione. Nomi eccellenti come probabilmente quelli di Marcello Dell’Utri e di Arnaldo Forlani. Ma ad essere colpito dalla nuova riforma sui vitalizi sarà anche l’ex governatore della Regione Sicilia ed ex senatore, Salvatore Cuffaro. Per lui, attualmente recluso nel carcere di Rebibbia dove sconta una pena a sette anni per favoreggiamento aggravato della mafia, secondo alcune stime, verrebbe meno un vitalizio di circa 5.154,79 euro mensili.

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