Niente carcere per Gabriele: nessun pericolo di fuga per il dirigente
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Alfonso Malato, ha disposto la scarcerazione, dell’ingegnere licatese Giuseppe Gabriele accusato di aver ottenuto illecitamente 265 giorni di malattia grazie a 18 certificati medici ritenuti falsi.
Nessun pericolo di fuga, sostiene il giudice, ma per Gabriele rimane l’obbligo di non allontanarsi dal territorio della provincia di Agrigento e a non uscire da casa dalle 20 alle 7.
Questo è quanto è stato predisposto al termine dell’udienza di convalida che si è svolta all’interno del carcere “Petrusa” di Agrigento, alla presenza del difensore di Gabriele, l’avvocato Ignazio Valenza, e del sostituto procuratore Andrea Maggioni. Se il fermo non è stato convalidato, è stata confermata invece, l’ipotesi accusatoria della Procura della Repubblica di Agrigento.
Il professionista pur dichiarandosi innocente, non è riuscito a documentare la “grave” patologia di cui avrebbe sofferto e che lo ha “costretto” a stare lontano dal suo lavoro, né il perché avrebbe deciso di curarsi proprio in Romania. Ma Gabriele non è il solo ad essere indagato, insieme a lui anche il medico, Armando Antona, già consigliere comunale di Licata, che gli avrebbe “fornito” e firmato i ben 18 certificati medici che Gabriele ha utilizzato per non recarsi al lavoro dal gennaio 2014 al maggio 2015, e curare i suoi affari in Romania. Ad essere truffati, secondo i pm, non solo il Comune di Ravanusa ma anche l’Inps che, ignara, ha continuato ad erogare le corrispondenti somme previdenziali.