Nasce il Comitato dei gestori di attività di intrattenimento e ristorazione di Agrigento
Dal periodo di forte crisi legato alla pandemia, all’ordinanza sindacale di chiusura all’una passando per l’aumento delle bollette e non solo. I gestori delle attività di ristorazione e intrattenimento che versano in condizioni di evidente criticità, non ci stanno e ieri, nel corso di una riunione svoltasi “Al Calante”, hanno deciso di costituire un comitato.
“Abbiamo avverto l’esigenza di riunirci e confrontarci in merito all’ennesima decisione che, passando sopra le nostre teste, impone all’intero settore sacrifici e costi non più sostenibili, specie se poi gli stessi vengono imposti puntualmente durante le festività di ferragosto, l’intero periodo estivo e adesso anche in occasione della ricorrenza dei defunti – spiega Peppe Vita, gestore dell’Oceanomare – Periodi che aspettiamo con la speranza di risollevare le nostre economie, peraltro già vessate da anni di pandemia, caro bollette, rialzo dei costi di materie prime e attrezzature, che stanno mettendo a dura prova il nostro settore. Per questo, nel corso della riunione, abbiamo deciso di costituire un comitato, nato nel segno di grande unità e compattezza, a difesa di quelle che riteniamo siano le nostre ragioni e ci consenta di intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare la dignità del nostro lavoro e la nostra immagine. Laddove sarà necessario, anche quelle legali. Chiediamo, dunque, al sindaco Miccichè di annullare l’ordinanza recentemente emessa almeno per il prossimo fine settimana, per noi fondamentale in considerazione delle festività; di convocare un tavolo di lavoro con una rappresentanza del nostro comitato per cercare soluzioni per l’immediato e fare in modo che l’ormai prossimo periodo delle festività natalizie possa svolgersi con la serenità che lo stesso evoca”.
“Negli ultimi anni – prosegue Vita – l’economia della città è stata sostenuta dalla crescita del nostro settore che ha sopperito, in parte, al calo delle costruzioni e del commercio al dettaglio, quest’ultimo penalizzato dal sorgere dei centri commerciali fuori città che ha svuotato via Atenea. Questi spazi sono stati sostituiti da attività che vanno dalla ristorazione all’intrattenimento con un mercato importante per quantità, qualità e diversificazione dell’offerta che offrono lavoro a diverse maestranze formate per lo più da giovani.
La crescita esponenziale del nostro settore ha rinvigorito il volume d’affari di studi di progettazione, di grafica, tipografie e commercianti dei settori connessi (attrezzature, mobili, vivai), fornitori di materie prime, cantine, … Non sfuggirà peraltro come si sia creata, in centro città e nel borgo balneare, un’offerta di intrattenimento che offre al turista il modo di apprezzare la nostra ospitalità invogliandolo a una permanenza piacevole e più lunga (obiettivo fondamentale per la crescita dell’intero comparto turistico cittadino) potendo assistere, gratuitamente, a un concertino in centro città o happening di dj internazionali in spiaggia o, ancora, a uno spettacolo di cabaret. Attività realizzate grazie a importanti contributi economici delle stesse aziende le quali devono anche far fronte all’enorme e inaccettabile proliferazione di provvedimenti burocratici e ordinanze che, all’ultimo minuto, ne sconvolgono la programmazione comportando spesso anche l’annullamento delle manifestazioni. Appare chiaro e auspicabile che un tavolo di programmazione tra l’Amministrazione e il settore possa facilitare e rendere migliore il lavoro di tutti. Se il comparto dell’accoglienza non fa sistema, il nostro sarà sempre un turismo di serie B contraddistinto da approssimazione e inefficienza. È evidente come tutto questo generi quel movimento e quell’afflusso chiamato “movida” che vorremmo fosse liberato dall’accezione esclusivamente negativa dovuta a frange, piccole e ben identificabili, di facinorosi e violenti la cui condotta nuoce, in primis, a noi che abbiamo fatto di questo lavoro la nostra vita, investendovi pesantemente in termini economici e di passione. Come se non bastasse, ci troviamo a fare i conti con l’Amministrazione comunale che pensa di risolvere il problema ponendo limiti di orari, chiudendo e multando le attività. È sotto gli occhi di tutti come questa prassi pilatesca non abbia prodotto alcun risultato se non un immenso danno economico per le imprese. Il malessere sociale continua e le risse ne sono la conseguenza tanto quanto la penalizzazione delle attività non è la soluzione. Si ricorderà senz’altro, a tal riguardo, che l’unica denuncia al pizzo è partita da un locale della movida nei primi anni del nuovo secolo e ha portato alla costituzione dell’associazione antiracket e antiusura “Ciro Lo Mastro” a testimonianza di quanto presenti siano tra noi i valori della legalità e della giustizia. Per questi motivi riteniamo che la criminalizzazione e la penalizzazione delle attività del nostro settore sia insopportabile e insostenibile, economicamente e moralmente. Riteniamo – conclude – che l’attuazione di ordinanze scritte senza preventivamente coinvolgere gli operatori del settore per cercare soluzioni condivise che possano contemperare gli interessi della collettività, delle forze dell’ordine e della sicurezza con quelli di chi legittimamente la notte lavora, sia una opportunità persa, uno schiaffo che la città e un settore in importante e in continua crescita, certamente non meritano”.
Al termine della riunione, gli esercenti hanno redatto un documento, firmato da tutti i presenti, indirizzato al sindaco Miccichè al quale spetta, adesso, il compito di ascoltare le ragioni di un settore capace anche di dare linfa economica a diversi comparti della città.