I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito un sequestro preventivo – disposto dalla Dda di Palermo – della motonave “Plutus”, battente bandiera Palau, nonché provveduto all’arresto di 15 soggetti costituenti l’equipaggio.
La vicenda riguarda l’operazione antidroga che – nei giorni scorsi – ha portato al più importante sequestro di cocaina realizzato nel territorio italiano e uno dei più rilevanti a livello mondiale. Ben 5,3 tonnellate di sostanza stupefacente trovata a bordo di una “nave madre” che stazionava ai limiti delle acque territoriali ove aspettava il peschereccio, verosimilmente per un trasbordo illecito.
In particolare, nelle prime ore di mercoledì 19 luglio, i finanzieri rilevavano anomale operazioni di accumulo di numerosi pacchi sul ponte della nave “madre”, che venivano successivamente scaricati in mare con il repentino avvicinarsi del peschereccio italiano, che nel frattempo aveva disattivato il sistema di localizzazione AIS, per le operazioni di recupero del carico gettato nel canale di Sicilia.
Il dispositivo di intervento si attivava immediatamente sottoponendo a fermo il peschereccio che stava facendo rientro verso le acque territoriali, a bordo del quale, abilmente occultato dietro una pannellatura che celava un ampio locale, veniva rinvenuto un enorme quantitativo di stupefacente.
Immediatamente dopo le unità navali del Corpo si lanciavano all’inseguimento della nave mercantile che nel frattempo stava cercando, senza successo, di riprendere il largo in direzione della Turchia.
Il peschereccio è stato poi condotto presso il porto di Porto Empedocle mentre la “nave madre”, con equipaggio composto da 15 soggetti di nazionalità ucraina, turca e azera, è stata trasferita al porto di Palermo.
Le oltre 5,3 tonnellate di cocaina sottoposte a sequestro, destinate a rifornire l’intero mercato nazionale, avrebbero fruttato introiti per oltre 850 milioni di euro.
Ora la notizia dell’arresto dell’equipaggio e del sequestro preventivo della “nave madre”. I soggetti sottoposti a fermo sono stati condotti presso la Casa circondariale “Pagliarelli” di Palermo a disposizione dell’Autorità giudiziaria.