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Manifestazione Agrigento, la protesta come tornaconto

L’ultimo editoriale pubblicato dal Direttore faceva il punto della situazione sulle elezioni di Agrigento. Nella fattispecie il Direttore ha affermato che non importa se Agrigento è scesa in piazza per manifestare il proprio dissenso verso la politica, perché chi era indignato si ritroverà a votare gli stessi, o chi sta alle spalle di chi c’era prima.

È utile, però, esaminare un aspetto dei vari movimenti che in questi mesi hanno scosso le coscienze degli agrigentini sotto un comune denominatore: “civismo”, o di ciò che almeno avrebbe dovuto essere. E per farlo è necessario, come sempre, far ricorso al passato per capire il presente e rintracciare il futuro.

Tutte le ‘rivoluzioni’ hanno in sé un carattere fondamentale affinché la rivoluzione abbia un esito positivo, ovvero il potere economico, rappresentato nel corso della storia soprattutto dalla borghesia. La Rivoluzione Francese, ad esempio, è stata fomentata dalla borghesia affinché questa ottenesse i privilegi che stava lentamente perdendo; tant’è che Alfieri inizialmente salutava con entusiasmo i moti rivoluzionari che stavano sconvolgendo l’Europa, ma dopo gli stessi moti divennero bersaglio dello scrittore. Anche la Rivoluzione Industriale fu finanziata dalla borghesia, così come lo furono tante altre (sicuramente vi state chiedendo dove voglio arrivare, ma abbiate pazienza).

È inutile fare i finti tonti, la ‘rivoluzione’ agrigentina è stata innescata da chi aveva interessi ed ha cercato di farla al momento giusto per buttare fuori strada chi c’era prima (colleghi scrivevano delle commissioni consiliari da tempo, e nessuno si indignava, chissà perché), proprio come nelle rivoluzioni storiche. Ma attenzione, le migliaia di persone che sono scese in piazza non rappresentano assolutamente chi aveva interessi, ma i manifestanti possono essere ricondotti alla ‘plebe’ del passato fomentata dal potere economico; il tutto senza esserne a conoscenza forse anche per ingenuità. Chi aveva interessi era a casa a ridersela sotto i baffi, progettando la sua candidatura a consigliere comunale e forse anche alla carica di sindaco.

Ecco perché – come sottolineava il nostro Direttore – chi è sceso in piazza si ritroverà a votare chi c’era prima – pur avendo un grande spirito di cambiamento – ignaro di tutto, soffocato dal mondo e dalla giungla politica che è Agrigento. È chiaro quindi che l’apparenza inganna, perché ciò che poteva sembrare essere una rivolta esclusivamente di rivalsa era in realtà un mix di gente stufa, realmente interessata al cambiamento e pochi invece con grandi interessi – oggi candidati – che tutt’ora se la ridono alle spalle delle centinaia di manifestanti.

Flavio Principato

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