Mandorlo in Fiore 2017, un successo segnato dal “buon senso”
Un “Mandorlo in Fiore” dalla doppia faccia quello visto durante la 72^ edizione. Se di successo si può parlare, lo si deve per moltissimi aspetti al rinnovato spirito di unità e collaborazione fra Enti. Agrigento ha vinto una sfida e non deve tornare indietro.
Premesse che devono già da subito avviare un percorso di organizzazione e pianificazione della prossima kermesse. Parco Archeologico e Comune di Agrigento in primis hanno infatti mostrato come la “collaborazione” permette di raggiungere risultati che, non solo sull’evento Mandorlo in Fiore, può finalmente pensare allo “sviluppo” di questa terra.
Il consuntivo di questa 72^ edizione, com’è normale che sia, evidenzia limiti e punti di forza, ma prima di ogni cosa mette in risalto l’addio alle polemiche inutili e dà il via alla voglia di fare.
Una svolta segnata anche dalla corale partecipazione di giovani: dai singoli gruppi folkloristici che hanno animato in modo spontaneo le piazze di “Girgenti”, all’animazione e ai flashmob, alla regia del giovanissimo Marco Savatteri, alla scelta di presentatori “svecchiati” e in grado di interloquire, finalmente, anche in lingua inglese; ed ancora, dall’impegno dei ragazzi nel rappresentare il patrimonio immateriale della Festa di San Calogero, fino alla scelta di condividere un momento di festa tra tutti i partecipanti provenienti da ogni parte del mondo. Aspetti già visti nella scorsa edizione, che fra mille polemiche, ha avuto il merito di rilanciare la kermesse agrigentina in una più ampia “veste” internazionale.
Quest’anno però il cambio di marcia è stato decretato dalla “caduta” delle critiche: la maggior parte degli agrigentini hanno compreso il valore di uno sforzo corale e, pur nelle inevitabili disfunzioni, sono stati concordi nel rilevare gli aspetti positivi della manifestazione organizzata quest’anno. Merito soprattutto dell’esperienza maturata che, diversamente, avrebbe relegato il Parco Archeologico ad una “improvvisazione” i cui risultati sarebbero stati di diversa natura.
Una città che sembra aver ritrovato “ottimismo” e “positività”; finita l’epoca delle polemiche, il Mandorlo in Fiore 2017 sembra aver “donato” ad Agrigento un nuovo modo di concepire il “bene comune”. Una novità che ha avuto il suo esordio sin dal momento della consegna della delega da parte del Comune di Agrigento al Parco Archeologico “Valle dei Templi” per l’organizzazione del Mandorlo in Fiore.
Novità che hanno riguardato, ad esempio, la denominazione con la “perdita” della dicitura “Sagra”: un aspetto sottolineato più volte dal Sindaco di Agrigento e che è stato recepito dalla nuova organizzazione. Ma la “vera” rivoluzione è stato soprattutto il modus con il quale il direttore del Parco, Giuseppe Parello, ed il commissario Bernardo Campo, hanno pian piano “assorbito” tutte le proposte provenienti dalla città, seppur inizialmente non ritenute attinenti alla propria sfera di competenza istituzionale e alle finalità di valorizzazione del patrimonio. “Riserve” sulle attività da inserire in programma che alla fine hanno “regalato” ad Agrigento,soprattutto grazie alle sollecitazioni provenienti da più parti, una “tipica” festa che ha visto la presenza dei gruppi folkloristici locali, spettacoli di artisti agrigentini, la mostra del maestro carradore, il corteo dei carretti siciliani, le degustazioni dei prodotti di Slow Food, il rispetto delle cerimonie tradizionali (l’accensione del Tripode dell’Amicizia, la Fiaccolata del mercoledì, la sfilata della domenica e la premiazione conclusiva al Tempio della Concordia). Elementi, quest’ultimi, che pare non avrebbero avuto la giusta considerazione se non fosse stato per quel “tavolo di regia” che ha permesso la realizzazione dei “tradizionali” eventi.
Un “quadro” storico rispettato fino in fondo secondo quella “tradizione” che anche quest’anno, così come la scorsa edizione, ha visto la partecipazione delle bande musicali e dei “tammurinara” di Girgenti, solo per citare alcuni esempi.
Spettacoli che si sono associati alla celebrazione dei patrimoni dell’Unesco che ne ha decretato l’alto valore culturale: seppur, in alcuni casi, avessero pochi elementi e fossero scarsamente significativi durante la sfilata mancando di orchestra o di accompagnamento canoro, gli agrigentini hanno apprezzato lo sforzo compiuto con l’ICCN, già coinvolta dal Comune di Agrigento nel luglio del 2016, di innalzare il livello della kermesse. Aspetti, quest’ultimi, che hanno visto anche la sinergia con il Consorzio Turistico Valle dei Templi e il Mandorlara che, come lo scorso anno, ha riscosso un successo inaspettato.
Sinergie e collaborazioni che, dopo la fase di rodaggio di questa edizione, possono sicuramente garantire un livello più “internazionale” della manifestazione, a partire, ad esempio, dall’organizzazione dei quattro week-end tanto sperati soprattutto dagli operatori turistici; per non parlare della comunicazione che, seppur giustificata dal ritardo del programma 2017, deve sicuramente rivedere qualcosa, anche sotto il profilo “social”, per garantire una corretta pubblicità che non sia solo limitata ai confini locali.
Limiti e punti di forza sui quali poter lavorare in tempo, consci che alla fine ha prevalso la voglia “di fare” rappresentato da un virtuoso rapporto di collaborazione fra Enti che può indubbiamente portare benefici ad Agrigento e non solo.