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Cronaca

Mafia: Operazione “Icaro”, altre 16 carcerazioni

leggeIl riesame aggiunge un altro pesante carico per i coinvolti nell’ operazione “Icaro”.

Come si ricorderà, l’inchiesta permise lo scorso 2 dicembre di ricostruire scardinare ed “espugnare”, la “pianta organica” dell’associazione mafiosa agrigentina. Ai 9 arresti e ai 4 obblighi di presentazione alla polizia, il tribunale del riesame ha aggiunto 16 nuove carcerazioni. Un ribaltamento dell’ordinanza dovuto agli appelli presentati dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Emanuele Ravaglioli.

Il Tribunale ha disposto dunque quanto segue: ordine di carcerazione per Giacomo La Sala, 47 anni; Santo Interrante, 34 anni, di Sciacca (da obbligo di presentazione alla pg a custodia cautelare in carcere); Ciro Tornatore, 80 anni, di Cianciana; Francesco Tortorici, 38 anni, di Licata; Tommaso Baroncelli, nato a Como, 41 anni, ritenuto organico di Cosa nostra nelle zone di Santa Margherita Belice, Sambuca di Sicilia e Montevago; Mauro Capizzi, 47 anni, nato a San Benedetto del Tronto; Pietro Campo, 64 anni, di Santa Magherita Belice; Vito Campisi, 45 anni, di Cattolica Eraclea; Diego Grassadonia, 54 anni, di Cianciana; Antonino Grimaldi, 48 anni, di Cattolica Eraclea; Vincenzo Marrella, 42 anni, di Montallegro; Stefano Marrella, 60 anni, di Montallegro; Vincenzo Marrella, 60 anni, di Montallegro, ritenuto essere il capo della famiglia mafiosa del paese. A loro si aggiungono altre tre misure cautelari: Carmelo Bruno, 47 anni, nato a Motta Santa Anastasia, sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza; Roberto Carobene, nato a Catania, 48 anni, sottoposto all’obbligo di dimora nel comune di residenza con il divieto di uscire dalla propria abitazione dalle 20 alle 7; e Gaspare Nilo Secolonovo, 42 anni, nato a Palermo, sottoposto agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.

Super lavoro dunque per gli avvocati difensori, che dovranno “incantare”, e convincere con tutti i mezzi giuridici a disposizione, la Corte di Cassazione, per evitare la conferma della sentenza del riesame.

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