Mafia nell’agrigentino: fermati i vertici e i fiancheggiatori delle famiglie di Agrigento e Porto Empedocle
Operazione antimafia stanotte nell’agrigentino da parte della Squadra Mobile della Questura di Agrigento.
In particolare i poliziotti guidati dal dirigente Giovanni Minardi hanno eseguito tredici misure cautelari a danno di uomini ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, illegale detenzione di armi e traffico di sostanze stupefacenti. Sarebbero tutti a capo e fiancheggiatori delle famiglie mafiose di Agrigento e Porto Empedocle.
Le indagini, svolte dalle Squadre Mobili di Palermo ed Agrigento – si legge in una nota – hanno confermato come non si sia mai spezzato lo storico vincolo tra “Cosa Nostra” palermitana ed agrigentina. E’ stata ricostruita la mappa del pizzo imposto alle imprese e come le organizzazioni mafiose tentavano di condizionare una serie di opere edili tra cui il costruendo rigassificatore di Porto Empedocle e le attività di ristrutturazione di alloggi popolari con interessi anche per i trasporti da e per l’isola di Lampedusa.
Le indagini che hanno interessato il capoluogo agrigentino e la zona occidentale di Agrigento, hanno permesso di ricostruire la pianta organica dell’associazione mafiosa “Cosa Nostra” in quel territorio ed, in particolare, di raccogliere numerosi elementi indiziari a carico dei capi famiglia delle cosche Agrigento e di Porto Empedocle. Gli stessi agivano con metodi mafiosi ed estorsivi per condizionare alcune attività, tra cui, la ristrutturazione del rigassificatore di Porto Empedocle.
Attualmente, secondo le prime indiscrezioni, 6 persone sarebbero già rinchiuse in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 4 sottoposte all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
© RIPRODUZIONE RISERVATA