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Mafia, arresto Matteo Messina Denaro: firmato il 41-bis

E’ stata una “giornata bella per la giustizia, un doveroso omaggio alla magistratura di Palermo, che ha seguito le indagini, e a tutte le forze dell’ordine – in particolare ai Ros”. Il giorno dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, il super latitante di Cosa Nostra in fuga da 30 anni, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, parla degli strumenti necessari nelle indagini contro la mafia, a cominciare dalle intercettazioni.

“Sono anni che ripeto che le intercettazioni sono assolutamente indispensabili nella lotta a mafia e terrorismo e per comprendere i movimenti di persone sospettate di reati gravissimi”, sottolinea il Guardasigilli dai microfoni di Radio24-Il Sole 24ore; sono uno “strumento investigativo fondamentale per la ricerca della prova, ”e che si è dimostrato decisivo anche nell’arresto dell’ultimo protagonista della stagione delle stragi“, commenta il Ministro. Con la cattura di Messina Denaro, per il titolare di via Arenula “si chiude la fase più cruenta e sanguinaria”, ma “è illusorio – avverte – pensare che la mafia possa essere vinta perché si arresta qualche boss. E’ un fenomeno che va combattuto con un arsenale di armi e con una rivoluzione copernicana culturale”.

Tra gli strumenti utili, cita in particolare la “tecnologia (attraverso le intercettazioni) e il metodo Falcone: la continua analisi dei dati, sia finanziari che dei movimenti di denaro, nonché osservazione, controllo e pedinamento delle persone”.

Solo così si riuscirà ad indagare su una mafia, capace di “cambiare strategia” e di adattarsi alla realtà: “ora dobbiamo vigilare molto sul Pnrr”, avverte il ministro Nordio, per evitare infiltrazioni nel grande flusso di denaro in arrivo.

Intanto il ministro ha firmato il 41 bis (il carcere duro) per il boss di Castelvetrano. L’ex “primula rossa” sarebbe stato rinchiuso nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila.