E’ molto contento, il sociologo e giornalista Francesco Pira (in foto a sinistra), ideatore, coordinatore scientifico e conduttore delle tre serate-evento con autori di libri, saggi e raccolte di poesie. Ha aperto la serata togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. Ha ringraziato la stampa che ha sostenuto la kermesse e si è detto dispiaciuto per quelle forze che combattono iniziative di puro volontariato culturale come quella che lui porta avanti dal 2009.
Ha ringraziato i giornalisti che hanno scritto ed aiutato LicatAutori citando Giovanni Floris: “Il giornalista è fazioso, il giornalismo non lo è mai”.
Il terzo ed ultimo appuntamento di LicatAutori venerdì 18 agosto cade a poche ore dal vile atto terroristico di Barcellona e proprio mentre viene compiuto a Licata un efferato omicidio. “La Licata che stasera vi faremo vivere è diversa da quella percepita in questo momento attraverso i media abusiva, violenta, mafiosa – ha detto ancora Pira – è l’altra Licata quelle delle persone perbene che non accettato questa immagine stereotipata”.
Presente in prima fila il Responsabile Culturale della Farm di Favara, l’editore Antonio Liotta, Presidente di Medinova, che chiamato sul palco da Francesco Pira, ha raccontato della vicenda dei sigilli prima apposti e poi tolti nella struttura voluta dal Notaio Andrea Bartoli. “Fare cultura è durissimo nella nostra terra. Ma questo non deve scoraggiarci”.
E come sempre gli ospiti fissi sono stati co-protagonisti. Eccezionale anche nella terza serata Cesare Lo Leggio ha cantato due suoi brani di successo e accompagnato Ezio Noto. Daniela Mulè ha interpretato con passione e bravura i brani dei libri degli autori e il poeta Lorenzo Peritore ha ricordato un altro poeta licatese Nino Marino e interpretato alcuni suo componimenti con la solita verve.
Poi spazio agli altri tre autori: Ezio Noto, Andrea Cellura e Jim Tatano. Tutti e tre molto bravi nel parlare dei loro lavori. Opera prima per Noto e Cellura, il primo con “Mio padre non conosce la mia musica” e il secondo con “Ho perso le chiavi di casa”. Di intrecci di potere scrive nel suo giallo il giovane e combattivo giornalista di Villalba (Caltanissetta), il paese del boss Calogero Vizzini e del paladino dell’antimafia Michele Pantaleone.
Per tutti la speranza di una Sicilia diversa, capace di fare emergere le proprie potenzialità, la creatività, di valorizzare la sua storia e la sua geografia c’è e non può morire.
“Gli americani – ha sostenuto il professor Calogero Carità Dirigente scolastico e Direttore Responsabile del mensile licatese La Vedetta – ci hanno dato la libertà. Noi da allora non siamo riusciti a prendercela e a viverla”.
L’evento ha visto la collaborazione del Mondadori Book Store di via Palma. La parte tecnica e le luci sono state curate nelle tre serate da Francesco Sottile.
“Non so se il prossimo anno ci saremo – ha concluso così la serata Francesco Pira, docente di comunicazione all’Università di Messina – ma so che anche quest’anno abbiamo dato il massimo e i risultati sono arrivati”.