Sconosciuti al momento le cause ufficiali del sequestro del depuratore così come affermato dal sindaco di Licata, Angelo Cambiano che, sentito dalla nostra redazione, ha affermato: “la notizia è vera, seppur non ho ricevuto alcuna comunicazione a riguardo, perchè ho visto delle foto che certificano l’apposizione dei sigilli presso il depratore di contrada Ripellino. Questa amministrazione, che si è insediata da soli sette mesi, una delle prime cose che ha fatto è stata quella di attenzionare lo stato dell’arte e le condizioni del depuratore come lo dimostrano gli incontri all’Arpa e presso l’Ato Idrico“.
“Sostanzialmente – sottolinea il primo cittadino di Licata – il depuratore di Licata è una struttura attualmente sprovvista di autorizzazione allo scarico dal lontano 1999-2000, ovvero da quando fu costruito. Non ha mai avuto l’autorizzazione allo scarico perchè la concessione venne rilasciata dall’Assessorato Regionale, per quello che mi è dato sapere dalle numerose conferenze dei servizi dove è stato affrontato il problema, con alcune prescrizioni a condizione che venissero realizzate determinate opere, tra le quali la realizzazione di un pennello a mare per allontanare lo scarico dalla foce“.
“Il depuratore – continua Angelo Cambiano – nonostante l’Arpa qualche settimana addietro, presso l’Ato Idrico, affermava che strutturalmente il depuratore può funzionare, e funziona, non è provvisto di autorizzazione allo scarico“.
“Personalmente, vengo chiamato in causa come massima autorità sanitaria locale. Abbiamo naturalmente sollecitato più volte l’Asp e l’Arpa per chiedere se fosse possibile adottare un’ordinanza contingibile ed urgente, ma non ho avuto alcuna risposta. Probabilmente si era a conoscenza di un’inchiesta da parte della magistratura che ora ha portato al sequestro della struttura”.
“La cosa strana – conclude Cambiano – è l’aspetto che mi colpì principalmente nelle varie riunioni è quello relativo al modulo terziario per l’utilizzo dei reflui in agricoltura. Nel 2006 viene rilasciata dall’Assessorato Regionale l’autorizzazione all’installazione del modulo terziario. Si è verificato così che un depuratore senza autorizzazione a cui la Regione rilascia un’ulteriore autorizzazione per il modulo terziario“.
© RIPRODUZIONE RISERVATA