Nel tardo pomeriggio di ieri 16 Maggio, personale dipendente del Commissariato di PS di Licata, nel corso di un’attività di Polizia rivolta alla prevenzione ed alla repressione dei reati, procedeva all’arresto in flagranza di reato per rissa aggravata e lesioni personali di tre individui, I.L. pregiudicato, cinquantottenne licatese, M.M., classe ‘72 pregiudicata licatese e L. V. J., anch’essa pregiudicata licatese classe ’87; per le medesime ipotesi di reato, venivano, invece, deferite in stato di libertà presso l’A.G. competente B. J. E. e, B. A. S., minirenni, entrambe nate a Licata, pregiudicate.
Gli Agenti di PG operanti, appreso dalla Sala Operativa che vi era in corso una rissa con il coinvolgimento di numerose persone, intervenivano in zona Porto e lungo il tragitto, notavano un folto gruppo di persone che, senza intromettersi, assisteva ad una rissa in cui erano coinvolte cinque persone.
Le unità operative, nell’immediatezza, tentavano di placare gli animi degli attori che, esacerbati, nonostante la presenza della Polizia, continuavano ad insultarsi e a minacciarsi reciprocamente e con veemenza brandivano violentemente oggetti contundenti.
Dopo non poche difficoltà, legate anche alla presenza di numerosi astanti, gli operatori riuscivano tuttavia a riportare la calma.
A causa delle ferite e lesioni, cagionate dalla scambio vicendevole di percosse, interveniva personale sanitario del 118 che, provvedeva alle prime cure del caso e trasportava i feriti al presidio ospedaliero di Licata.
Data la gravità delle condotte messe in atto, considerata la scarsa attenzione alle prescrizioni riguardanti il rischio epidemiologico da covid-19 ed attesa l’attuale pericolosità sociale dei protagonisti, desunta anche dai pregiudizi penali a loro carico, gli Ufficiali ed Agenti del Commissariato procedevano all’arresto in flagranza di reato dei tre maggiorenni e deferivano a piede libero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Palermo le minori.
Gli arrestati, su disposizione della competente A.G. venivano condotti presso le rispettive abitazioni ove dovranno permanere in regime degli arresti domiciliari.