L’evento sarà coordinato dal sociologo e giornalista, professor Francesco Pira, docente di comunicazione all’Università di Messina e vedrà come relatori i Dirigenti Scolastici, professor Calogero Carità, Preside a Verona, storico, giornalista e Direttore del mensile locale “La Vedetta” e la professoressa Bruna Montana per tantissimi anni Preside del Liceo Classico “Vincenzo Linares”.
A leggere e interpretare i brani del libro saranno gli attori Danielà Mule e Gaspare Frumento. Previsti gli interventi artistici del cantautore Armando Sorce e del poeta dialettale Lorenzo Peritore. Si parlerà molto della cantante folk Rosa Balistreri protagonista del libro del Giudice Tardino, figlio illustre di Licata.
Il libro è la storia romanzata della vita di una donna siciliana povera e analfabeta che, dopo molteplici vicissitudini , diventa una tra le più famose cantanti del genere folk . Il racconto della sua vita procede in uno con gli eventi più drammatici, ma anche più curiosi e divertenti delle gesta anche politiche nel nostro paese, dal fascismo in poi, e per tutto un periodo difficile e tormentato; nel quale la protagonista, smarrita e quasi schiacciata dai tanti accadimenti e confusa come un pulcino nella stoppa, si adopera in mille maniere per sopravvivere alle passioni, alle inimicizie, alle intemperanze della sua gente; alle miserie del regime e alle rappresaglie del potere e alle violenze dei più forti.
L’autore, con pietosa attenzione, con rigore quasi cronistico e una tenace e sbarazzina investigazione ripercorre le vicende molteplici, straordinarie e dolorose della sua vita. Questi gli accadimenti che scandiscono il racconto e che sono sobriamente descritti,ma con un forte respiro epico e poetico: stralci della Grande Guerra, scampoli del vissuto fascista, lo Sbarco degli Americani in Sicilia, le vicende e lo stile di vita del governatore italo-americano, gli anni del dopoguerra e la caduta di Mussolini, le rappresaglie della guerra civile, Don Calò e l’ordine mafioso, gli amori di Rosa, i suoi processi, la sua vita di pasionaria e di grande cantante.”…Ho inteso anche intramezzare le dissolvenze andeddotiche della storia di quei tempi,di cui il racconto di Rosa è come la icona poetica e metaforica che le riassume tutte”.
Vincenzo Tardino, detto Enzo, nato a Licata già giudice della Suprema Corte di Cassazione, professore, avvocato e pubblicista, è autore del ‘ Giudizio penale tra fatto e valore giuridico’, ed UTET, e di altre pubblicazioni di rilevanza filosofica (Profilo storico delle categorie etiche). Ha scritto, tra l’altro, diversi libri di narrativa, che sono stati presentati da M.Tobino (Un giudice all’inferno); da G.L.Petix (Un italiano vero); da M.Pomilio (Sangue di Giuda); da F.Cossiga (Il Giudice Lombardini); Lehner (Chi ha ucciso Samuele).
Ha riportato apprezzabili riconoscimenti (Premio letterario Bontempelli e Don Giovanni Verità e Montecatini – per la saggistica; Premio Nazionale ’De senectute’ – per il giornalismo; Premio Internazionale Talamone della Città di Agrigento; Premio nazionale della cultura (conferitogli dal Presidente del Consiglio dei Ministri). Gli è stata conferita la medaglia d’oro per meriti ecologici dagli Ufficiali Sanitari d’Italia nel 1971; e le medaglie d’oro e atti di benemerenza dalla Città di Varese e dal Ministero dell’Interno nel 1978.
Dopo un periodo d’insegnamento, di ricerca e di assistentato universitari a Roma, e di una breve attività di avvocato a Roma e a Milano (presso la Banca Commerciale Italiana) divenne magistrato: pretore a Legnano, dove fu con altri tra i primi c.d. pretori d’assalto-meglio detti pretori d’ambiente per la difesa dell’habitat; Sostituto Procuratore Generale a Bologna e Giudice di Cassazione.
Nel 1971 gli fu conferita la medaglia d’oro dagli Ufficiali Sanitari d’Italia (per la tecnica risolutiva e interdisciplinare con cui, nel silenzio di opportune normative, si batté per la difesa dell’ambiente); nel 1978 la medaglia d’oro (per avere introdotto una metodologia interdisciplinare, applicata nello studio dei problemi dell’habitat e nella pratica giudiziaria); nel 1985, la targa della Città di Yverdon, per il suo progetto di uno Statuto dei diritti del lavoratore emigrante. Come magistrato si è sempre battuto per l’indipendenza della magistratura, ma nel più assoluto e preminente rispetto dei diritti dei cittadino.Con Sergio Letizia fu copresidente del Sindacato Nazionale Magistrati, e fondatore e direttore della Rivista di cultura della giurisdizione ‘Il Giudice’, dove hanno scritto autori prestigiosi: Bagolini, Bodei, Carpi, Eco, Mainardi, Matteucci, Rossi, Scarpelli, Sciascia, Sgorlon e tanti altri.