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Licata, beni culturali in città: l’assessore Callea risponde ai cittadini

A seguito delle sollecitazioni dei cittadini a mezzo stampa e attraverso i canali social, l ‘Assessore alla Cultura Violetta Callea interviene sullo “stato dell’arte” dei Beni Culturali licatesi:
“Occorre in via preliminare chiarire che il nucleo più importante dell’Archivio Storico Comunale si trova custodito in un’apposita sezione dedicata al Fondo Librario Antico. Nei locali dell’ex macello, invece, si trova ubicato l’Archivio di Deposito che per errore include faldoni dell’800 e del 900 compresi i documenti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Dunque, solo per chiarezza, quando si parla di archivi storici si intende il nucleo custodito al fondo antico e quello conservato nell’ex plesso San Salvatore. Tutta la documentazione custodita all’ex macello costituisce l’archivio di deposito per il quale ci stiamo già attivando, contattando gli Enti preposti per realizzare lo scarto dei documenti più importanti e che per datazione devono essere integrati a quelli presenti nell’archivio storico. Fatta questa doverosa precisazione, a differenza di quanto dichiarato dal prof. Carità – continua l’Assessore Callea – non voglio dare alcuna colpa dello stato delle cose a nessuna amministrazione precedente, né all’amministrazione Graci né all’ex assessore Franco La Perna che si era occupato di questi trasferimenti, in quanto ritengo che le scelte che un amministratore si trova a dover far fronte devono essere sempre contestualizzate e lette nel momento storico, culturale e sociale in cui esse vengono fatte. È certo, che, al pari di quanto già fatto su altri aspetti, farò, il possibile per riuscire a riordinare e salvaguardare e rendere fruibile tutto il patrimonio. Si ribadisce, poi, come già manifestato dall’Amministrazione Comunale sul monitoraggio dei progetti relativi alla rigenerazione urbana, che l’interesse del Comune è quello di essere massimamente partecipativo e coinvolgente, quindi, dispiace quando si legge che “addetti ai lavori” del comparto scuola, in prima linea quali educatori e ben consapevoli del rilevante debito dell’Ente, delle carenze strutturali e di risorse umane, invece di aiutare l’Amministrazione punta il dito sul condizionatore della biblioteca che non funziona o sulla saracinesca bloccata, rischiando di scoraggiare gli studenti dal frequentare i luoghi della cultura invece di stimolarli contro ogni ostacolo fisico e sociale. È appena il caso di ricordare che ci sono scolari che in altre parti del mondo affrontano vere e proprie montagne e dirupi solo per andare a scuola, senza parlare del fatto che in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia con tutti i limiti imposti al vivere sociale e ai diritti costituzionalmente sanciti in virtù del supremo diritto alla salute che stiamo vivendo, oggi, disquisire di rimpallo di responsabilità mi sembra di offendere chi legge. Se interesse comune deve essere, deve essere reciproco, ognuno con il proprio ruolo. Limitandosi a pontificare dall’alto dei cieli non si fa il bene della nostra Comunità. Ognuno, se veramente lo vuole, mettendo in campo le proprie competenze intellettuali e professionali, mi riferisco a singoli cittadini, associazioni, docenti, potrebbe collaborare con l’Amministrazione Comunale, attivando campagne di crowdfunding per recuperare una saracinesca o sostituire il climatizzatore della biblioteca o piuttosto mettere a disposizione le proprie capacità artigianali invece di utilizzare la mera analisi delle vicende passate e presenti, verosimilmente per auto referenziarsi: rendiamo più bella la nostra città. La caduta di stile certamente non l’ha fatta l’Assessora, ma chi predica bene e razzola male.
Per quanto riguarda il riferimento alla Pinacoteca Comunale e al ritardo nella sua realizzazione, certamente non può essere imputato all’Amministrazione Comunale, che più volte ha sollecitato il Parco Archeologico della Valle dei Templi, concessionario dei locali destinati ad ospitarla, così come, più volte, questo assessorato ha sollecitato con diverse note il Parco Archeologico a far effettuate le opportune perizie e diagnosi sulle opere d’arte, per valutare lo stato di conservazione e gli interventi necessari (spolveratura o altro) prima di poterle esporre e renderle fruibili.
Per quanto riguarda poi la lapide dedicata a Quasimodo, fermo restando che la Commissione Toponomastica esprime solamente un parere e non delibera certamente, ancora oggi, siamo in attesa dell’autorizzazione Prefettizia. Infine, vorrei comunicare alla Cittadinanza, che prima delle festività natalizie ho inoltrato una nota alla Soprintendenza del Mare per il rinnovo della convenzione per la gestione del Museo del mare che scade il 13 gennaio 2022 e peraltro avevo chiesto al Parco Archeologico di rendere fruibili i reperti di provenienza subacquea giacenti presso il magazzino del Museo Archeologico della Badia e mi auguro, che i settanta e più reperti ivi custoditi, di cui ho già messo a conoscenza la Soprintendente del Mare, la dottoressa Livigni, vengano dalla Regione unificati ed esposti in un unico contenitore. Il Comune di Licata ha già messo a disposizione sia spazi chiusi
che aperti all’interno del chiostro Sant’Angelo e dell’aula Rosa Balistreri. Mi auguro che il direttore del Parco Archeologico agisca celermente, noi, come Comune di Licata, abbiamo già messo a disposizione non solo quattro custodi, due in più rispetto a quelli previsti dalla convenzione, per collaborare al trasferimento dei reperti dal Museo archeologico al Museo del Mare, ma abbiamo anche accolto favorevolmente la disponibilità dell’Associazione Finziade per curare l’allestimento e l’esposizione dei reperti. Una volta completata questa doverosa unificazione, – conclude Callea – con apposito atto chiederemo che il Museo archeologico di Licata venga intitolato al compianto prof. Sebastiano Tusa, con la speranza di poter un giorno allocare il Museo del Mare in un contesto paesaggistico più appropriato”.

 

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