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Regioni ed Enti Locali

Legambiente su impianto eolico a Sciacca: no a facili strumentalizzazioni

Dopo il giudizio negativo di compatibilità ambientale per il progetto di un impianto eolico da 30 MW denominato “Grecanico” nel territorio di Sciacca (AG), rilasciato dalla Commissione Tecnico Specialistica della VIA dell’Assessorato Territorio e Ambiente, i detrattori delle rinnovabili hanno colto l’occasione per fare disinformazione, generalizzando i motivi del “no” degli esperti dato ad un singolo progetto alla compatibilità ambientale degli impianti a fonte rinnovabile in generale. L’atteggiamento propositivo che la nostra associazione tiene nei confronti dei progetti di impianti FER nasce dalla consapevolezza di quanto sia necessario realizzarli, per il benessere delle comunità a breve, medio e lungo periodo. Si pensi non solo alla crisi climatica e al fatto che non inquinano, ma anche al vantaggio per i siciliani sui minori costi in bolletta per effetto del cosiddetto “decreto PUN”, che favorirà le regioni con più energia rinnovabile. “Se da un lato – dichiara Anita Astuto, responsabile Energia e Clima di Legambiente Sicilia – è doveroso respingere i progetti carenti, entrando nel merito dell’intervento e non pregiudizialmente, come nel caso in questione per il quale mancava la Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA) nonostante interferisse con siti Natura2000, dall’altro non devono essere usati argomenti strumentali da chi irresponsabilmente vuole ancora una volta bloccare lo sviluppo delle rinnovabili nella nostra regione. È per questo che chiediamo alle aziende proponenti la qualità degli interventi, affinché siano accolti dai territori, pur sapendo che non esistono progetti perfetti e che ampi possono essere i margini di miglioramento anche coinvolgendo le comunità”.

Ma allo stesso modo Legambiente respinge fermamente le false affermazioni di chi sostiene, anche nelle relazioni tecniche a supporto delle osservazioni presentate, che tali impianti da FER risulterebbero superflui, come nel caso del progetto in questione che viene definito come inutile “per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e lesivo della stabilità della rete che non può supportare con la tecnologia attuale una produzione da FER superiore agli obiettivi regionali ed europei” e addirittura “… essere in contrasto con il PEARS 2030 e con gli obiettivi FIT FOR 55…”

“Gli obiettivi a cui la Regione deve attenersi, e che anche i componenti del CTS della regione dovrebbero conoscere, – sottolinea Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – sono quelli di cui al Decreto del 21 giugno 2024, cosiddetto “decreto Aree Idonee”, che assegna alla Sicilia una potenza aggiuntiva (rispetto al 2020) di FER da installare di 10,485 GW e che ad ottobre 2024 (dati Terna) si attestava a 1,488 GW, dunque ampiamente al di sotto dell’obiettivo fissato. Obiettivo che – è bene ricordarlo – è il minimo da raggiungere in vista di quello ben più arduo delle “emissioni zero” e non una soglia limite da non oltrepassare(!) e soprattutto che non attiene alle autorizzazioni rilasciate ma alla messa in esercizio degli impianti FER, impianti che ci servono per produrre energia elettrica senza emettere gas climalteranti ma anche senza inquinare aria, acqua e suolo. Obiettivo che va raggiunto con la pianificazione delle Aree idonee e non idonee, che questo governo regionale ancora una volta disattende. Disquisire su un singolo progetto ci sembra una questione di lana caprina, mentre l’irricevibile appello dei 13 sindaci della valle del Belice contro le rinnovabili ci spinge a sollecitare il Governo regionale affinché apra finalmente la discussione sul disegno di legge sulle aree idonee.