Il presidente della Regione Nello Musumeci ha incontrato il candidato sindaco di Agrigento Franco Miccichè e ne ha “raccolto un’ottima impressione” per le “tante idee e progetti concreti per la città dei templi”. Il fatto sconcertante è che tra queste idee, ce ne sia una molto precisa: la “riperimetrazione del Parco”. Non occorre approfondire più di tanto per capire che si riferisce al Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi.
Proprio nei giorni scorsi in occasione della tre giorni di festeggiamenti dei 40 anni di Legambiente Sicilia, di fronte a autorevoli rappresentanti del Governo regionale, è stata ricordata la battaglia per la difesa della Valle dei Templi che nel 1991 portò alla perimetrazione del Parco in modo coincidente con il vincolo Gui- Mancini del 1968. L’allora presidente della Regione Rino Nicolosi si determinò a firmare il decreto di perimetrazione dopo che ad Agrigento, Palermo e Acireale (città di Rino NIcolosi) vennero affissi dei manifesti commissionati da Legambiente in cui il Presidente della Regione veniva ritratto con l’elmo di Attila, il re degli Unni, perché temporeggiando in questa sua decisione di fatto alimentava le speranze di restringimenti e sanatorie degli immobili costruiti nella zona inedificabile della Valle dei Templi.
Oramai questa è storia e i risultati di quelle battaglie si sono poi consolidati con la legge del 2000 che istituisce il Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. Sono passati molti anni e molte cose positive si sono fatte nella Valle dei Templi, si sono cominciati a demolire gli immobili abusivi e il paesaggio della Valle dei Templi è stato premiato dal Ministero dei Beni culturali e ha rappresentato l’Italia nel premio del paesaggio del Consiglio d’Europa. Si può dire che è cambiato completamente lo scenario e la Valle non è più la “piovra che soffocava le legittime aspettative degli abusivi”, ma è diventato il sito archeologico più visitato dai turisti che vengono in Sicilia. E, soprattutto, è vissuta dagli agrigentini come la principale occasione di riscatto sociale ed economico del proprio territorio.
Tornare a parlare oggi di riperimetrazione vuol dire tornare indietro di 30 anni. Tornare al secolo scorso e rinnegare gli straordinari risultati conseguiti da Agrigento e dalla Sicilia, che si sono lentamente, e con enorme fatica, emancipate da quella terribile (ma meritata) immagine che portava qui tutte le testate giornalistiche del mondo a raccontare una città che aggrediva le sue straordinarie vestigia per favorire l’interesse speculativo di pochi. La Valle dei Templi e Agrigento oggi hanno ben altra fama a livello mondiale.
Per questo è incredibile che nel 2020 un candidato sindaco proponga idee così strampalate e che un presidente della Regione gli “dia corda”, dimenticando l’esempio di Rino Nicolosi, che già trent’anni fa aveva capito che non si potevano difendere gli interessi particolaristici degli abusivi della Valle dei Templi a discapito dell’interesse collettivo alla difesa del territorio e dei Beni culturali del nostro Paese.
Ma non vogliamo essere pessimisti e vogliamo concedere il beneficio del dubbio ai protagonisti di questa vicenda: forse i giornalisti hanno capito male e loro intendono riperimetrare il Parco archeologico in modo da estenderlo anche altre aree archeologiche e scorci di paesaggio importanti non ancora vincolati? Se così fosse chiederemmo umilmente scusa e ci cospargeremmo il capo di cenere.