La proposta di Piano d’Azione per la protezione e il ripristino degli ecosistemi marini della Commissione Europea va rivista partendo, innanzitutto, dal confronto con gli operatori del settore, le associazioni di categoria e i pescatori.
La transizione ecologica e’ una sfida decisiva per il futuro e rappresenta un’ assoluta priorita’ ma e’ assolutamente inconcepibile proporre misure inconciliabili con la tenuta stessa del settore pesca che sarebbe travolto da una crisi senza precedenti.
Nel corso della scorsa settimana, i pescatori di tutta Europa, a cui va il sostegno di legacoop Sicilia e legacoop agroalimentare , hanno protestato contro le politiche dell’UE che stanno mettendo a rischio il futuro del settore. In particolare, il “Piano d’azione per proteggere gli ecosistemi marini” della Commissione europea che mira a vietare la pesca di fondo nel 30% dei nostri mari e la legge sul ripristino della natura. Nella giornata di ieri i pescatori di tutte le marineria d’ Europa hanno suonato le sirene delle loro navi, come un richiamo di soccorso, per esprimere che la flotta peschereccia sta gradualmente scomparendo.
A questo punto Il settore pesca auspica che questo appello sia preso sul serio dai responsabili politici dell’UE che deve necessariamente rivedere le proprie scelte che rischiano di mettere in ginocchio le marinerie.
L’obiettivo delle manifestazioni che si sono svolte in tutti i porti d’ Europa era quello d’ inviare un messaggio chiaro alle autorità dell’UE, se il piano d’azione della Commissione europea e la legge sul ripristino della natura saranno attuati come proposto, l’Europa rischia di perdere il 25 per cento della sua produzione ittica e con essa ci sarebbe il rischio di perdere 20.000 posti di lavoro solo in Italia.
Il settore ricorda gli enormi progressi compiuti negli ultimi 20 anni nella protezione dell’ambiente marino e nella ricostituzione degli stock ittici. A titolo di esempio, quasi il 100 per cento degli sbarchi dagli stock gestiti dall’UE nell’Atlantico sono sostenibili, le emissioni di gas a effetto serra sono state ridotte del 40%, migliaia di km2 sono stati chiusi alla pesca di fondo e il 28 per cento della flotta peschereccia è scomparsa a causa delle restrizioni e degli adeguamenti della capacità di pesca. . I nostri pescatori non possono piu tollerare le politiche della Commissione europea che mettono in pericolo il nostro stile di vita e le generazioni future.