Agrigento celebra così San Luca Evangelista, protettore degli artisti, in particolar modo dei pittori, con una estemporanea che si svolgerà nel centro di Agrigento il 18 ottobre, data in cui ricade l’onomastico del Santo.
San Luca Evangelista vissuto nel corso del primo secolo dopo la nascita di Gesù Cristo è noto nel mondo cristiano come l’autore del Vangelo secondo Luca e degli Atti degli Apostoli, il terzo ed il quinto libro del Nuovo Testamento.
San Luca, Santo molto amato, inoltre è il patrono di diversi comuni della penisola, a cominciare da Capena (provincia di Rimini) fino a Impruneta (Firenze), passando per Castel Goffredo (Mantova), Motta d’Affermo (Messina), Praiano (Salerno), Casalino di Casalfiumanese (Bologna) e infine l’omonimo comune di San Luca in provincia di Reggio Calabria, tutti centri dove viene celebrato e commemorato.
La giornata di Agrigento, di mercoledì 18 ottobre 2017 per celebrare San Luca Evangelista, Patrono degli Artisti, comincia alle 9. L’appuntamento è in Accademia, in via Bac Bac. Qui, fino alle 10, avverrà il ritiro dell’occorrente per la giornata: una tela e un buono pasto completo. Si tratta di due omaggi dell’Accademia. Entro le ore 14 si riconsegna la tela (si consiglia di usare colori acrilici che consentono una veloce asciugatura). Segue il break per il pranzo in ristorante. Il pomeriggio, alle 16, si torna in Accademia per la consegna degli Attestati di Partecipazione, un breve intrattenimento folkloristico curato da gruppo Val d’Akragas e un rinfresco. La partecipazione all’estemporanea è aperta a tutti, per gli allievi dell’Accademia è particolarmente consigliata in quanto produce crediti formativi accademici.
San Luca è considerato il primo iconografo, per questo lega la sua vita al significato profondo dell’arte capace di creare opere da tramandare.
“La leggenda di Luca pittore e iniziatore della tradizione artistica cristiana sorge nel contesto della controversia iconoclastica (730-843). Al di là della speculazione teologica sui passi biblici dell’Esodo e del Deuteronomio che esplicitamente avversano la raffigurazione del divino, sorse tra l’VIII e il IX secolo una ricerca minuziosa delle antiche tradizioni che avvalorassero l’idea di un’origine apostolica dell’uso delle effigi sacre. Tali racconti riportano l’esistenza di personaggi che si preoccuparono di eseguire ritratti delle figure più importanti che ruotarono attorno a Gesù durante la sua vita, conservando la memoria del loro aspetto terreno. Si giunse persino a parlare di una sorta di asciugamano su cui il Cristo avrebbe impresso miracolosamente la propria effigie per farne dono ad Abgar V di Edessa (la cosiddetta Immagine di Edessa). I ritratti eseguiti da Luca sarebbero stati conservati per secoli a Roma e a Gerusalemme, dando il via a un’ampia serie di repliche…”. (Fonte Wikipedia)