“La voce dei territori”, firma anche il Sindaco di Agrigento Firetto: “non è tempo di pure etichette”
“A liste presentate, le tensioni elettorali si fanno sempre più intense e le forze politiche sono freneticamente impegnate nella ricerca del consenso, una ricerca che sconta la difficoltà di non poter offrire una proposta di cambiamento che possa avere i connotati della concretezza e della credibilità”.
Inizia così il documento “La voce dei territori” firmato da alcuni primi cittadini siciliani tra cui anche il Sindaco di Agrigento, Lillo Firetto (in foto).
“Oggi più che mai, occorre comprendere che il binomio politica e territorio debba essere percepito come inscindibile poiché sono le comunità locali a far sentire l’urgenza di essere rappresentate da soggetti che incarnano i valori della politica, le qualità della competenza ma, soprattutto, il carisma della rappresentanza popolare e dei Territori”.
“I partiti – scrivono Calogero Firetto (Sindaco di Agrigento), Giovanni Ruvolo (Sindaco di Caltanissetta), Mario Cicero (Sindaco di Castelbuono), Giangiacomo Palazzolo (Sindaco di Cinisi), Angelo Tudisca (Sindaco di Tusa), Santino Cosentino (Sindaco di Trappeto), Nicolo’ Coppola (Sindaco di Castellammare), Marcello Catanzaro (Sindaco di Isnello), Francesco Migliazzo (Sindaco di Gangi), Vincenzo Lionetto (Sindaco di Castel’Umberto), Filippo Borrello (Sindaco di Caprileone), Massimiliano Conte (Sindaco di Niscemi), Delia Gianfilippo (Sindaco di Bancheri), Salvatore Noto (Sindaco di Marianopoli), Calogero Cremona (Sindaco di Naro), Salvatore Gambino (Sindaco di Torretta), Giuseppe Franco (Sindaco di Castel di Lucio), Salvatore Castrovinci (Sindaco di Terranova), Roberto Materia (Sindaco di Barcellona Pozzo di Gotto), Rosario Ventimiglia (Sindaco di san salvatore di Fitalia) e Liborio Porraccio (Sindaco di Mistretta) – continuano a restare il cardine costituzionale che tiene aperte le porte della nostra democrazia, ma ormai sono le realtà locali, i movimenti del Territorio che costituiscono la linfa dell’innovazione e della trasformazione in positivo della società, una linfa che deve essere alimentata dall’impegno civile e non deve, certamente, essere imbrigliata nei rituali ormai desueti di maggioranze o minoranze funzionali solo a se stesse. L’inquietudine dei giovani, la mancanza di lavoro, il malfunzionamento delle istituzioni e l’incapacità di dare risposte sono ormai una miscela esplosiva che può essere disinnescata solo con l’impegno coerente nel Territorio e soprattutto ricercando la partecipazione generosa dei cittadini. Gli stessi che, ormai, sanno riconoscere l’autenticità dell’impegno civile e scoprono facilmente i trasformismi e le approssimazioni di tanti ragionamenti elettorali destinati all’evanescenza, i cittadini che vivono la tentazione dell’astensionismo ed aspettano un segnale forte per tornare a credere nelle istituzioni e nel sogno di un mondo migliore. Se noi sposiamo la vocazione del Territorio non vogliamo isolarci dalla politica e dai partiti, ma vogliamo portare gli stessi a vivere un nuovo umanesimo e a realizzare un pluralismo sociale che protegge i soggetti fragili e valorizza i meriti e le qualità, che rifiuta i privilegi e premia l’impegno delle persone. In questa competizione elettorale non esiste una lista che rappresenti un Movimento dei Territori con una visione regionale”.
“Siamo consapevoli – scrivono gli amministratori siciliani – che la costituzione di un Movimento dei Territori, quale espressione del civismo al quale dovrebbe essere ricondotta la Politica per garantire il diritto di cittadinanza a ogni persona, non ha maturato il giusto percorso per realizzare un progetto civico condiviso. Una enunciazione. Una suggestione senza processo. Non è tempo di pure etichette”.
LA VOCE DEI TERRITORI
Le elezioni regionali in Sicilia si sono giocate sul tavolo nazionale della politica, subordinando gli interessi del Territorio siciliano agli interessi dei giochi di forza tra i partiti dell’assolutismo politico (centro destra e centro sinistra).
Occorre:
− rivendicare, l’autonomia comunale negli interessi dei cittadini;
− che i territori debbano relazionarsi tra loro nell’effettivo esercizio della sovranità politica dei cittadini;
− prendere la distanza da un modo di intendere la politica come azione riservata ad oligarchie che continuano a tenere distante i cittadini dall’azione politica. La stessa deve essere, nei fatti, considerata prima di tutto una diretta testimonianza di un impegno sociale e deve avere i caposaldi nella morale e nell’etica.
– connettere le diverse realtà territoriali, per rappresentare le risorse ed i bisogni dei territori, allo scopo di realizzare un progetto complessivo di sviluppo sostenibile della Sicilia, che parta proprio dall’esperienza che da anni è praticata da Movimenti e Liste Civiche, fino ad oggi disaggregate rispetto ad una visione ed organizzazione unica e condivisa. Rimane attuale la necessità di un Movimento dei Territori che polarizzi il Civismo democratico, dentro il quale le azioni portate avanti dai cittadini in forma singola o associata (volontariato, terzo settore, operatori turistici, professioni, artigiani, commercianti, imprenditori, allevatori, agricoltori, ecc) possano trovare accoglienza dentro una struttura che li interpreti, rappresenti e coinvolga attraverso l’ utilizzo di strumenti veri di partecipazione;
– che il Movimento sia aperto al dialogo con le forze politiche, garantendo la promozione della partecipazione civica per la valorizzazione dei Territori, fuori da schemi populisti o sovranisti;
– che i territori promuovano vere sinergie tali da incidere e realizzare concretamente quell’Autonomia Siciliana, che al momento è solo scritta nello Statuto;
− operare affinché la prossima Assemblea regionale promuova e voti una legge per l’attuazione del 4° comma dell’art. 118 della Costituzione italiana sulla Sussidiarietà, in modo che la democrazia rappresentativa si coniughi con quella partecipativa.
I Sindaci e gli Amministratori si impegnano ad essere da stimolo e catalizzatori di impegno dei cittadini nella vita democratica delle città promuovendone il protagonismo anche nel costituendo movimento.