Ad accogliere il visitatore sarà il padiglione zero che racconta la storia dell’uomo e della sua alimentazione, poi i padiglioni Paese. Per il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’Expo deve essere un punto di svolta, ma di Sicilia, oltre al Presidente della Repubblica, c’è davvero poco. Poco se ne è parlato ma tanto è stato speso. In un momento in cui la sicilia è in bancarotta, i giovani fuggono per non morire di disoccupazione, la cara trinacria storna su Expo una parte consistente dei fondi comunitari rimasti non spesi.
Le cifre esatte sono impossibili da conoscere. Ce ne accoreremo solo al momento della rendicontazione europea. Sono comunque milioni di euro a partire dalla realizzazione dello spazio Sicilia, nato in extremis dopo una gara andata deserta e rivolgendosi a ditte già accreditate Expo. Da ieri, però, sono iniziati i comunicati stampa che annunciano grandi risultati e grandi partecipazioni.
La Sicilia avrà un posto di grande rilievo all’interno della manifestazione secondo l’ufficio stampa di Natale Giunta (sì avete capito bene), con due chef isolani tra i più rappresentativi di due modi diversi di intendere la cucina siciliana : quella concettuale e visual di Natale Giunta e quella rigorosamente tradizionale di Peppe Giuffrè. “Sono chiamato a svolgere uno dei compiti più importanti della mia carriera” – dice Natale Giunta – “che sarà quello di “tagliare il nastro” ad Expo 2015 per quanto riguarda il cluster biomediterraneo. La Regione Siciliana si occuperà della gestione dell’area ristorazione, dell’area eventi e del mercato dei prodotti all’interno dell’area comune del Cluster. La dieta mediterranea, protagonista del Cluster, è fondata sul rispetto per il territorio e la biodiversità e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo.
“Un momento per me di grande emozione che sto vivendo con grande trepidazione e con estremo orgoglio” – ha dichiarato lo chef antiracket- “perché sono veramente onorato di essere stato scelto per questo evento e di trovarmi fianco a fianco con i più grandi chef provenienti da ogni parte del mondo. Sarà un’esperienza unica che sicuramente non dimenticherò mai e per la quale ringrazio chi ha avuto fiducia in me e che da sempre mi dimostra la propria stima, e sto parlando di Dario Cartabellotta che mi ha voluto a rappresentare la nostra isola dinnanzi ad una platea così importante. Una grande occasione per l’Italia, ma anche per la nostra isola, per potersi fare conoscere veramente per tutto ciò che di magico e di buono i essa nasce si realizza e si produce: e l’ottima cucina è il nostro patrimonio ancestrale, unico ed irripetibile, che il mondo ci invidia e ci copia”.
E prima ancora di cominciare la Sicilia ha già chiuso accordi commerciali. Pensate che l’Assessore Regionale dell’Agricoltura Nino Caleca su indicazione del Presidente della Regione Rosario Crocetta ha incontrato il primo Ministro della Costa d’Avorio Daniel Kablan Duncan insieme all’Ambasciatrice in Italia Janine Tagliante Saracino. L’Assessore Nino Caleca e l’Ambasciatore Kablan Duncan hanno individuato nell’ambito dei settori della trasformazione agroalimentare, della pesca e della cultura le maggiori opportunità per avviare ancora più stringenti rapporti di collaborazione. Il Ministro ha perfino invitato il governo siciliano ed una delegazione di imprenditori a programmare a breve una visita in Costa d’Avorio per la firma di un accordo di partenariato e la creazione di rapporti commerciali stabili tra imprenditori siciliani ed ivoriani. “E’ un importante passo nella definizione di rapporti di collaborazione economica e commerciale con i Paesi che nel Mediterraneo hanno il loro naturale riferimento – dice l’Assessore Nino Caleca. EXPO rappresenta per la Sicilia una grande opportunità. Il ruolo che svolgiamo nel Cluster Bio-Mediterraneo, peraltro, consentirà di realizzare più facilmente importanti sinergie con Paesi che ancora hanno un altissimo potenziale di sviluppo. Siamo certi – ribadisce Caleca – che la ricerca, la tecnologia e le prassi consolidate in Sicilia in diversi settori portanti della nostra economia possano diventare ottimo strumento di confronto e sviluppo commerciale”.
Tutto entusiasmante, per carità ma i costi? Oltre al milione e mezzo speso per la realizzazione di ‘piazza Sicilia expo”, già a febbraio Repubblica Palermo scriveva di centonovantamila euro per i viaggi e i pernottamenti delle sei delegazioni straniere che verranno in Sicilia durante l’Expo, quattrocentomila euro per le aree negli aeroporti di Palermo, Trapani, Catania, Lampedusa e Pantelleria. Altri 200 mila euro per gli stand “Culture & food” allestiti al Teatro antico di Taormina, nella Valle dei templi di Agrigento, nell’area archeologica Neapolis di Siracusa e nella Villa del Casale di Piazza Armerina. Tutto quanto succitato non hanno visto la luce ergo ci si che tali spese non siano poi state fatte. Per questo bisogna aspettare la rendicontazione finale. Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto ci saranno da affrontare sei lunghi mesi di expò.