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Editoriali Sport

La Serie B 30 anni dopo, quei brividi quando Ezio Luzi diceva: “siete collegati con il Dino Liotta di Licata”

gazzettaSono passati 30 anni. Tanti o pochi è difficile dirlo. Ma le immagini di quel 5 giugno sono impresse nella nostra mente. Indelebili. La promozione del Licata in serie B ha rappresentato per tutti coloro che hanno vissuto quella stagione un salto di qualità incredibile.

Per chi era un giovane pubblicista di provincia veder arrivare i mostri sacri del giornalismo sportivo a Licata è stato come vivere un sogno.
I giornalisti più importanti del panorama italiano sono passati dal Dino Liotta ed hanno raccontato cosa stava accadendo in questo “piccolo stadio”: l’unico con una casa piazzata all’altezza di una bandierina. L’unico così dentro la città da non poterci credere.

Quando ho svelato al mio amico, il grande telecronista Bruno Pizzul (in foto a destra) che ero di Licata, subito ha aperto la galleria dei suoi ricordi e ne ha tirato fuori uno.

pira-pizzul“Ricorda- mi ha detto con la voce da telecronaca della Nazionale – che io ho giocato a Catania e lì mi sono fatto male. E la tua Licata la ricordo perché me ne parlava sempre Arrigo Sacchi. Questa squadra di provincia che era riuscita a conquistare la serie B e faceva tremare le grandi. Il capo cannoniere era un certo Ciccio La Rosa che piaceva tanto a Sacchi. Una volta mi disse che lo voleva al posto di Van Basten”.

Ma un altro “tempio” del giornalismo sportivo, Candido Cannavò, che ci ha lasciato orfani dei suoi commenti, aveva più volte scritto del Licata. Ma il brivido più grande era sentire Tutto il calcio minuto per minuto e ascoltare con un vero sentimento di gioia “siete collegati con il Dino Liotta di Licata”. Un vero brivido ci attraversava. E poi sentir pronunciare, questa frase, ad Ezio Luzzi è stato davvero straordinario. Lui, Ezio, venne nella nostra città per Licata – Bari. Arrivò la sera prima ed io lo aspettai in un ristorante dove cenammo insieme. Collaboravo per il magazine che lui dirigeva sulla serie B ed ero un po’ la mascotte del gruppo di giornalisti perchè il più giovane.

Mi fece centinaia di domande sul Licata e su Licata. Una dopo l’altra. Al momento non intuii questa sua curiosità che fu soddisfatta il giorno dopo quando mi chiese di stare accanto a lui durante la diretta. Era una macchina perfetta. Immagazzinava dati durante la cena che venivano ritrasmessi uno dopo l’altro per tutta la radiocronaca. Ed ai dati ambientali aggiungeva quelli della partita che si stava svolgendo riuscendo a contestualizzare tutto con rara bravura.

pira-goriaUn altro grande personaggio che ricorda Licata squadra è Amedeo Goria (in foto a sinistra). Mi dice sempre ridendo…”qualche giorno dovrai spiegarmi come avete fatto ad andare in serie B. Un giorno ti siedi e mi racconti di questa squadra incredibile…ancora oggi non sembra vero”.

Lui che ha girato il mondo in lungo ed in largo che per 500 giorni ha condotto Uno Mattina che ci ha relazionato su Olimpiadi e Mondiali non riusciva a capacitarsi della caparbietà di una società e di una squadra capaci di creare il grande miracolo.
E potrei continuare la lista con Corrado Sannucci di Repubblica, Giampiero Paviolo della Stampa, Francesco Caruso della Gazzetta dello Sport.
Di Francesco, con cui eravamo diventati molto amici, ho un bellissimo ricordo. Era a Licata il giorno in cui fu licenziato l’allenatore Beppe Papadopulo. Tutti i giornalisti eravamo allo stadio e ci avevano avvisato che a minuti sarebbe arrivato il telegramma di licenziamento per il tecnico, che poi ha allenato in serie A.

Oltre a Francesco c’erano Antonio Cacciatore e qualcun altro che non ricordo. Arriva il postino e consegna il telegramma di licenziamento. Papadopulo credo mi odiasse per il semplice fatto che come corrispondente de “La Sicilia” e di Antenna Sicilia avevo combattuto la sua guida tecnica ed alcuni dei suoi uomini (tra questi l’allenatore Walter Mazzarri). “Ok io vado a casa. Finalmente siete contenti – iniziò ad urlare Papadopulo. Sono riusciti a farmi fuori con la complicità di qualche giornalista”. E mi guardava fisso negli occhi. Io già immaginavo come scrivere l’articolo raccontando attimo dopo attimo questo momento. Ed ecco il colpo di scena. Apre la porta della sua stanza e chiama dentro i giornalisti. “Tutti dentro – dice nervosamente – tranne uno: Francesco Pira. No, tu vai fuori dagli spogliatoi”.

Francesco Caruso lo guarda incredulo e dice: “No mister Papadopulo se il collega Pira va fuori andiamo fuori anche noi. Del resto se l’hanno licenziata non avrà tantissime cose da dirci”. Papadopulo diventa verde. Ricordo Antonio Cacciatore che disse: “certo andiamo fuori anche noi”.
L’indomani uscì su La Sicilia uno degli articoli più belli, secondo me, che ho mai scritto e per il quale ricevetti anche i complimenti di due grandi firme del giornalismo siciliano Gigi Presitinenza e Pippo Garozzo. Ricordo ancora le parole di Prestinenza: “quando sei incazzato…giovane Pira…ti vengono bene gli articoli”.

pira-zemanEra vero. E’ stato sempre così. Concludo esprimendo un grazie al Licata Calcio per avermi dato la possibilità, grazie alle sue vittorie, di aver conosciuto tanti grandi nomi del giornalismo sportivo italiano. Grandi nomi del giornalismo sportivo che ho poi incontrato nella mia vita. Prima come Co-Direttore del Corso di Perfezionamento in giornalismo sportivo dell’Università di Udine e poi come componente del Comitato Organizzatore di un evento di comunicazione e calcio in Friuli Venezia Giulia, a Cormons, “Goal a Grappoli” che da 10 anni riscuote grandi successi.

E sempre con loro si parla di questa squadra di provincia, del Sud del Sud, della Sicilia arrivata per il miracolo alla serie B.
Ma di questo Licata, sono convinto ancora oggi, dopo 30 anni , che l’arma vincente era il pubblico… meraviglioso, la curva, quei tifosi le cui facce conosco una per una.

Nessuno potrà mai cancellare quei ricordi bellissimi. E quei brividi…che ancora sento dentro quando ricordo Ezio Luzi pronunciare quella splendida frase…”siete collagati con il Dino Liotta di Licata”…

Francesco Pira