La mafia sconfitta? Un ritorno al passato
Dopo le polemiche sulle dichiarazioni del candidato sindaco di Agrigento della coalizione di Agrigento 2020, Silvio Alessi, che ha anche suscitato l’interesse delle tv nazionali, prima fra tutte Striscia la Notizia, interviene il coordinatore nazionale “Familiari vittime di mafia”, Giuseppe Ciminnisi (in foto) che afferma:
“Lascia basiti la dichiarazione del candidato sindaco di Agrigento, Silvio Alessi, il quale intervistato dopo le primarie all’interno della coalizione Agrigento 2020 per scegliere il candidato alla poltrona di Palazzo dei Giganti, ha affermato che ad Agrigento la mafia non esiste.
Avevamo ritenuto si fosse trattato di un brutto scivolone di Alessi, che ancora euforico per il risultato ottenuto non si rendeva conto della gravità delle sue affermazioni, tanto da correggere le stesse con un successivo comunicato stampa.
Gravissimo invece il fatto che nonostante l’accaduto e le successive dichiarazioni di Alessi, ci sia ancora chi continua ad affermare che ad Agrigento la mafia non esiste. Sembra quasi di assistere ad un ritorno al passato quando l’ex sindaco di Palermo, Vito Ciancimino, affermava che la mafia non esisteva più dalla fine degli anni ’50.
Dalla mafia non esiste, siamo passati alla mafia sconfitta. Affermazioni che oltre a lasciarci esterrefatti, destano in noi familiari di vittime di mafia non poche preoccupazioni.
Ci chiediamo infatti come può un politico o un giornalista non accorgersi che oltre la mafia che nell’immaginario collettivo è quella della lupara, esiste una borghesia mafiosa oggetto di continue indagini e scandali.
Ad una società che non reagisce più, sembra aggiungersi una precisa volontà di stendere una coltre di silenzio sulla peggior cancrena che la Sicilia abbia mai conosciuto: la mafia!
Una volontà che ricorda gli anni in cui la mafia era così potente da non avere la necessità di manifestarsi con stragi ed omicidi, tanto da indurre gli ignavi a scrivere che non esisteva neppure, che era soltanto frutto d’immaginazione.
Vogliamo augurarci che ci sia un ravvedimento da parte di chi scrive di mafia senza sapere neppure di cosa sta scrivendo, certi del fatto che quanti preposti alla lotta e al contrasto dei fenomeni mafiosi, non abbasseranno la guardia sol perché qualcuno utilizza la cronaca locale per nascondere agli occhi dell’opinione pubblica quello che avrebbe il dovere di denunciare a chiare lettere“.