Il noto attore romano, con la sua piccola orchestra diretta dal maestro Angelo Nigro, ha, infatti, entusiasmato il pubblico agrigentino.
Il mattatore che tutti noi conosciamo ha recitato e cantato in una magistrale prova di “teatro-canzone”; ma, soprattutto, ha dialogato con gli spettatori in sala, perché lo spettacolo, come più volte ha sottolineato lo stesso Insinna, è la “ricreazione a scuola come quando suona la campanella”.
Cita, infatti, una frase de “Il Piccolo Principe”: “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)”. Lo spettacolo si apre con un video saluto di Nino Frassica, Francesco Scali e Pietro Pulcini, il cast di Don Matteo con cui Flavio Insinna ha condiviso, per tante stagioni, i successi della fortunata serie televisiva.
Una metafora dei giorni nostri. Uno dei momenti più toccanti dello spettacolo riguarda, appunto, l’ostilità: in un video le immagini sorridenti di bambini che, con un fiore in mano, si rincorrono e colorano le macerie di una città distrutta dai bombardamenti, in un luogo qualunque (ma reale) di questo pianeta. “Se dovessi un giorno scappare dalla mia terra, mi augurerei di trovare dall’altra parte qualcuno che mi accolga con un sorriso, perché si vive aggrappati l’uno alle spalle dell’altro – afferma commosso Insinna.” Le immagini sono accompagnate dalla voce della bravissima Martina Cori sulle note di Goldrake: “Mille armi tu hai non arrenderti mai perchè il bene tu sei, sei con noi. Và distruggi il male và”. Lo spettacolo è bello, piacevole, si ride a denti stretti: Una ricreazione – riflessione per parlare della vita, dell’amore e della felicità: Siamo noi la macchina della felicità – conclude Insinna – quando decidiamo di voler creare la felicità per qualcun altro e non solo per noi stessi. La scommessa, per noi che siamo già felici facendo il mestiere che amiamo, è provare a mandare a casa le persone un pochino più felici di come sono arrivate a teatro”. Scommessa vinta!
Luigi Mula