E’ stato così accolto, seppur in parte, il ricorso presentato dall’avvocato difensore della donna, Salvatore Pennica, che sosteneva la natura “privata” dei pizzini ritrovati e che nulla dunque aveva a che fare con l’associazione mafiosa.
Si dovrà così svolgere un nuovo processo d’Appello per la donna, dopo la stessa Corte aveva ridotto la condanna di primo grado da sei a cinque anni di reclusione, riconoscendolo le attenuanti generiche.