“La carica delle 104”: sequestro da due milioni e mezzo di euro a Daniele Rampello
Il Tribunale di Agrigento, Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del questore Mario Finocchiaro, ha emesso sabato scorso un provvedimento di sequestro di immobili, vetture, rapporti finanziari e impianti produzione di energia rinnovabile di proprietà o nella disponibilità di Daniele Rampello, 49 anni.
La misura arriva ad esito di mirati accertamenti patrimoniali effettuati nel corso degli ultimi mesi dal personale dell’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della locale Divisione Polizia Anticrimine.
Rampello, definito baby pensionato e già condannato dalla Corte di Appello di Palermo con sentenza irrevocabile per il reato di usura, è considerato l’autore e l’organizzatore di un ampio sistema corruttivo, smantellato poco più di due anni fa grazie alle indagini della Digos di Agrigento, coordinate dal pm della Procura di Agrigento, Andrea Maggioni.
L’operazione degli uomini della Digos di Agrigento era stata ribattezzata “La carica delle 104” ed aveva permesso l’arresto di 13 persone con l’accusa di associazione a delinquere, falso ideologico, truffa e corruzione. Cinque persone erano finite in carcere, mentre otto ai domiciliari.
Le indagini avevano consentito di accertare responsabilità penali a carico di medici, paramedici, autisti di ambulanze, anziani e gente comune che pagava somme di denaro per ricevere false certificazioni al fine di percepire le agevolazioni della Legge 104 o il “semplice” assegno di pensione.
Le riprese video effettuate durante le indagini dimostravano e smascheravano più di una situazione grottesca: paralizzati che improvvisamente si mettevano a camminare o gente che arrivava in ambulanza e che dopo essere stata sottoposta alla visita medica, scendeva e andava via sulle proprie gambe.
Daniele Rampello viene considerato dagli investigatori uno dei “dominus” di tale sistema, avendo un compito di “trait d’union” fra medici e impiegati infedeli da un lato, e beneficiari di questa complessa struttura criminale dall’altro.
Rampello, negli anni, è infatti riuscito a intessere un’accurata rete di relazioni tra il mondo sanitario e la fetta di appartenenti alla pubblica amministrazione che gestiva con straordinaria efficienza. Gli esiti delle indagini avevano convinto il Gip del Tribunale di Agrigento ad emettere un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere per i gravi indizi emersi a suo carico.
Rampello, secondo l’accusa, con i proventi delle sue azioni illecite è riuscito a costruire a Raffadali una villa dotata di tutti i confort, compresa una piscina coperta, contorniata da costose palme lungo il viale di ingresso, muri di cinta e di sostegno tutti ricoperti in pietra e mosaici, un efficiente impianto di videosorveglianza ed una costosa pavimentazione in cemento stampato.
Lo stesso ha anche costruito una villetta a Giallonardo, in territorio di Realmonte, facendo un terrapieno alto almeno 5 metri così da potergli permettere di vedere il mare. Inoltre ha acquistato un appartamento a Sa’ Marineddra in territorio di Olbia, in uno dei posti più incantevoli della Sardegna. In ultimo, con il chiaro intento di riuscire ad accaparrarsi anche gli incentivi statali per le energie rinnovabili, ha costruito ben tre impianti fotovoltaici, uno a Raffadali, uno ad Agrigento ed uno ad Aragonaper complessivi 38 Kw, nonchè un impianto eolico a Siculiana di ben 55 Kw.
Sottoposti a sequestro anche 6 conti correnti, 4 polizze assicurative, 2 fondi d’investimento ed altre 6 forme di investimento finanziario. A ciò si aggiungono tutte le vetture in suo possesso per un valore approssimativo di beni rientrati nel provvedimento di sequestro di circa 2 milioni e mezzo di euro.