Sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per il 51enne di Raffadali Daniele Rampello, finito nei guai nell’ambito dell’inchiesta “La carica dei 104” su un presunto giro di falsi invalidi.
A stabilire la misura, disposta per due anni che si aggiunge a quella di prevenzione patrimoniale, è stato il Tribunale di Agrigento. Come si ricorderà, nei giorni scorsi, Rampello è stato destinatario di un provvedimento di confisca di numerosi immobili, vetture, rapporti finanziari e impianti di produzione di energia rinnovabile, per oltre due milioni di euro.
Secondo l’accusa, Rampello fungeva da “trait d’union” fra medici ed impiegati infedeli da un lato e beneficiari della questa complessa struttura criminale dall’altro. Il Rampello, infatti, è riuscito negli anni ad intessere un’accurata rete di relazioni tra il mondo sanitario e la una fetta di appartenenti alla pubblica amministrazione che gestiva con straordinaria efficienza.
Le indagini avevano consentito di accertare responsabilità penali a carico di medici, paramedici, autisti di ambulanze, anziani e gente comune che pagava somme di denaro per ricevere false certificazioni al fine di percepire le agevolazioni della Legge 104 o il “semplice” assegno di pensione. In sostanza, grazie alla complicità di questi pubblici impiegati infedeli, due diversi gruppi criminali riuscivano a fare ottenere le certificazioni necessarie a falsi invalidi. Le riprese video, effettuate durante le indagini, dimostravano e smascheravano più di una situazione grottesca: paralizzati che improvvisamente si mettevano a camminare o gente che arrivava in ambulanza e che dopo essere stata sottoposta alla visita medica, scendeva e andava via sulle proprie gambe. Alcune immagini mostravano inoltre un medico che, dopo aver eseguito personalmente l’esame spirometrico, rilasciava al paziente una falsa attestazione relativa ad una patologia inesistente.