L’avvocato Giuseppe Di Miceli, rappresentante provinciale di Konsumer, chiede chiarimenti all’Ati idrico sull’attuale stato dell’arte e sul futuro della gestione del servizio idrico di Agrigento.
Lo abbiamo sempre detto, convinti di ripeterlo all’infinito, molto si deve alle associazioni sui risultati, piccoli o grandi, ottenuti sul particolare servizio. Personalmente, sono convinto che senza il pungolo delle associazioni e dell’opinione pubblica mai i sindaci dell’Assemblea dell’Ati idrico avrebbero prodotto la risoluzione del contratto con Girgenti acque.
Diversamente si inquadrano i provvedimenti del Prefetto, frutto delle preziose indagini di Polizia sull’azienda che gestisce, meglio dire, gestiva il servizio nei 27 Comuni della provincia di Agrigento. Cosicché stretta nella morsa dell’opinione pubblica e del Prefetto, dottore Dario Caputo, l’Ati idrico si è dato, in qualche modo, verso.
Tra i rappresentanti delle associazioni che nulla hanno trascurato, critico e propositivo, c’è Giuseppe Di Miceli, recentemente, presente alla manifestazione pubblica di Santa Margherita Belice del 26 Gennaio scorso e al Consiglio Comunale aperto di Favara, quando ha evidenziato come i ritardi dell’Ati abbiano procurato seri danni all’utenza del servizio idrico.
Oggi l’avvocato Di Miceli entra nei particolari in una lettera di richiesta di chiarimenti indirizzata all’Ambito.
“Tale circostanza è stata confermata: di recente, dal Prefetto di Agrigento che ha convocato i Sindaci facenti parte dell’ATI IDRICO AG 9, in data 15/02/2019, dove si è appreso, per il tramite del Commissari dell’attuale Gestore Idrico, che si rischia di non veder effettuare l’ammodernamento della rete idrica di Agrigento, comune consegnatario delle proprie reti, in quanto dei 30.000.000,00 di euro fanno parte anche la compartecipazione della Girgenti Acque S.p.A. per 6.000.000,00 di euro, che quest’ultima, non vorrebbe e non potrebbe più conferire, in considerazione della risoluzione dovuta all’interdittiva prefettizia che alla risoluzione per inadempimento di Codesto Ente;
e dalla richiesta di sostituzione ai sensi dell’art. 132 del D.Lgs. 152/2006, effettuata dai Commissari del Comune di San Biagio Platani ed inviata alla Regione Sicilia, e p.c. alla Prefettura di Agrigento, al Tribunale di Agrigento e a Codesto Ente, per il progetto di adeguamento del depuratore di c.da Pizzuta, non realizzabile dallo stesso Comune, si legge nella nota, per il fatto che non è più possibile cedere le reti idriche per il fatto che l’attuale gestore si trova nello stato di cui al punto precedente.
Or bene, preso atto che anche se giorno 21 febbraio il TAR dovesse accogliere il ricorso presentato dal gestore nei confronti dell’interdittiva ricevuta opererebbe sempre la risoluzione voluta e perfezionata dall’ATI IDRICO AG9, con la presente si chiede di conoscere, in quali tempi amministrativi, Codesto Ente, vorrà dotarsi di un nuovo Gestore del S.I.I. nell’ex-provincia di Agrigento, il quale ormai non potrà che avere una forma societaria completamente pubblica al fine di una cessione definitiva di tutte le reti idriche presenti nel territorio, ed a oggi ancora detenute da alcuni Comuni, evitando irreparabili danni all’Ambiente e ai Cittadini”.
E’ un forte invito a correre per progettare un nuovo servizio capace di porre fine ai disagi dell’utenza, necessario per salvaguardare l’ambiente e per dare sostegno all’economia del territorio con gli investimenti, oggi purtroppo chiusi nei cassetti, e con il rilancio del turismo grazie proprio ad una maggiore attenzione e rispetto del nostro mare e delle nostre ricchezze naturali.