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Konsumer Sicilia ai Sindaci dell’Ati: “dare una certezza di gestione al servizio idrico”

Giuseppe Di Miceli

“Ci permettiamo di scrivere ancora una volta alle Vostre testate giornalistiche al fine di poter comunicare ai Sindaci qual è il sentore della comunità che rappresentano, considerata la, seppur doverosa, mancata concertazione tra l’ATI e le associazioni che raccolgono i dissapori dei Cittadini in merito al servizio idrico”.

Lo scrive l’avvocato Giuseppe di Miceli di Konsumer Sicilia sede del Libero Consorzio di Agrigento in una nota rivolta ai Sindaci dell’Ati.

“In data 02/05/2019 abbiamo assistito all’assemblea dei Sindaci dell’Ati, ebbene “state sereni”, non solo non è arrivata nessuna novità sul futuro del servizio idrico, ma si sono anche perse alcune certezze ad oggi faticosamente conquistate. All’assemblea hanno partecipato anche i Commissari prefettizi, i quali hanno da subito rappresentato che la Gestione del Servizio idrico oggi, seppur con una sana direzione, potrebbe avere presto delle problematiche non indifferenti, legate a cause di ordine economico prima di tutto in quanto la Società Girgenti Acque non solo è in rosso, ma con le attuali entrate riesce appena a far fronte alle spese correnti. Pertanto gli stessi Commissari hanno chiesto ai Sindaci non un aiuto, ma al contrario in continuità del loro mandato, quale sarà la futura gestione del servizio idrico agrigentino, sia in termini di comuni aderenti alla gestione unica del servizio e sia quale forma la stessa debba avere, affinché la presente gestione commissariale indirizzi il proprio operato per agevolarne il percorso. Vi chiederete a questo punto quale sia stata la risposta. Ebbene “state sereni”, non solo la risposta non è arrivata, ma si sono perse pure alcune certezze ad oggi faticosamente conquistate. Già proprio così, difficile a credersi, ma sembrerebbe che addirittura alcuni Sindaci dei 27 comuni consegnatari abbiano richiesto di gestire in proprio le proprie reti idriche, in quanto solo oggi, scoprono di avere i requisiti del famoso articolo 147 per la gestione propria del prezioso liquido. Ancora, i restanti Comuni non consegnatari lotteranno fino all’estremo per mantenere il loro Status di gestione autonoma dell’acqua. Quindi?”

“L’unico dato che è emerso è una gestione dell’organo di sovrambito in piena confusione incapace di dare una risposta chiara e certa sia ai Cittadini, sia allo Stato, oggi rappresentato dalla Prefettura per mezzo dei Commissari della G. A. SpA, irriverentemente sbeffeggiata dalle MINORI istituzioni locali per mezzo dei propri Sindaci incapaci di trovare una propria unità sulla gestione del servizio idrico, oltre a permettere il fatto che ci siano cittadini di serie A che pagano annualmente il servizio idrico con un canone di € 100,00 e altri Cittadini di serie B che pagano annualmente il servizio idrico con un canone di € 500,00, negando in questo modo anche che si possano spendere i soldi già finanziati per il rifacimento delle reti idriche che darebbero di certo una diminuzione dei costi del servizio stesso oltre a dare una grande boccata d’aria all’economia locale per l’impiego di personale nel rifacimento stesso”.

“Vorremmo capire come e perché le 43 persone di alto profilo che sono stati eletti Sindaci non siano in grado di dare una certezza di gestione al servizio idrico, come e perché i 43 Dirigenti Comunali degli uffici tecnici, che ben conoscono le reti idriche insistenti nel territorio di pertinenza, non siano idonei ad essere temporaneamente comandati all’ATI per le relative attività tecniche di supporto a costo zero, anziché, in questo periodo, sentir dire che l’ATI ha bisogno di ulteriori consulenti per i particolari lavori che attengono questa fase che doveva avere il carattere della temporaneità ed essere di “transizione” verso la gestione pubblica. Gestione Pubblica che la scrivente si è da sempre augurata si realizzi a mezzo di una società consortile speciale. Difatti solo per questa forma di gestione si giustificherebbe il ricorso a personale esterno con figure di alto profilo professionale, mentre, consentiteci di affermare che per lo studio di fattibilità e di governo del servizio idrico ad Agrigento le personalità ci sono e come! Inoltre, oggi l’ATI dovrebbe accettare di buon grado la collaborazione dell’Ing. Venuti e dell’Avv. Dell’Aira, i quali nella qualità di commissari prefettizi hanno dimostrato grandi qualità gestionali e potrebbero di sicuro stilare un piano industriale per la gestione del servizio secondo le intenzioni (se solo ci fossero) dei Sindaci”.

“Non accettiamo la tesi, come ha già fatto in modo vibrante il Sindaco di Montevago, per la quale ad oggi il personale amministrativo dell’ATI non abbia potuto verificare chi dei Comuni Agrigentini abbia i requisiti dell’articolo 147 del decreto legislativo 152/2006, riteniamo che volutamente i Sindaci non vogliono che tale valutazione ci sia. Ma perche? Forse alcuni vorrebbero trovare quello che oggi non c’è. Probabile! Magari avvantaggiandosi dello stallo dello stesso ATI. Forse stiamo pensando proprio male, ma a volte a pensar male… Vorremmo sbagliarci o aver avuto solo un incubo. Intanto se l’acqua nei rubinetti dei Cittadini finisse, a vario titolo, di scorrere, i Sindaci dovrebbero dare le opportune spiegazioni considerate le attuali responsabilità”, conclude Giuseppe Di Miceli.

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