Italiani sempre più poveri: cosa dicono i dati
Ancora crisi per l’Italia, ma quali sono i fattori scatenanti?
Nel 2021 le famiglie in povertà assoluta in Italia sono il 7,5%, lieve calo rispetto al 7,7% nel 2020 per un numero di individui pari a circa 5,6 milioni. Lo rileva l’Istat spiegando che gli individui in povertà assoluta sono circa 5,6 milioni (9,4% del totale, come lo scorso anno). Uno nuovo paradigma economico si sta infatti affermando con variabili che cambiano e standard di vita degli italiani che fanno fatica ad adeguarsi. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da diverse trasformazioni: prima la pandemia, poi l’inflazione e adesso la guerra in Ucraina. Eventi che hanno e stanno avendo impatti negativi sull’economia e sulla qualità di vita degli italiani.
Passata la grande paura della pandemia, inoltre, stando ad alcuni dati resi noti da Ilsole24ore, tra gli italiani aumenta il senso di insofferenza verso la propria busta paga o più in generale verso come si è “trattati” al lavoro. Anzi, proprio il mancato supporto da parte delle aziende durante i mesi più duri dei lockdown, la scarsa meritocrazia e la chiusura rispetto alla domanda di flessibilità sono le molle – caricate dal grande stress del Covid – che ora rischiano di scattare. Oltre un lavoratore italiano su 10 versa in condizioni di povertà, mentre almeno un quarto degli occupati percepisce un salario basso. Con numeri pronti a crescere dopo gli anni della crisi pandemica. È il bilancio che emerge dalla Relazione del Gruppo di lavoro sugli interventi e le misure di contrasto alla povertà lavorativa in Italia, presentata il 18 gennaio dal ministro del lavoro Andrea Orlando e l’economista Ocse Andrea Garnero. Il testo inquadra l’emergenza della cosiddetta in-work poverty: la condizione di povertà che riguarda i lavoratori, spinti sotto la linea della miseria da fattori che vanno dalla stagnazione retributiva a contratti precari.
Inoltre, come spiega Moneyfarm, il problema della disoccupazione giovanile, poi, è una piaga che l’Italia si porta dietro da anni. Ovviamente questo ha delle ripercussioni sul mondo del lavoro e sul nostro sistema di welfare che con il passare del tempo diventa sempre meno sostenibile. A tutto questo, stando sempre ai dati sottolineati dalla società di consulenza finanziaria, si aggiunge il tema della natalità e del calo demografico: in Italia si fanno sempre meno figli. Significa persone in meno che entrano nel mercato del lavoro e che producono ricchezza. I nati nella popolazione residente nel 2021 risultano essere in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2020 e quasi del 31% a confronto col 2008, anno di massimo relativo più recente delle nascite.