Intorno al tavolo, Alfonso Cimino e Giuseppe Grimaldi, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento; don Giuseppe Pontillo, direttore dei Beni Culturali Ecclesiastici dell’Ufficio Diocesano di Agrigento; Carmelo Salamone, presidente di Ance Agrigento; Antonio Siracusa, presidente di Sicindustria Agrigento; Francesco Picarella, presidente di Confcommercio Agrigento; Salvatore Rotolo, consigliere dell’Ordine dei Geologi di Sicilia; Tanino Palumbo, consigliere del Collegio dei Geometri di Agrigento; Giovanni Gumina, delegato dai Periti Agrari di Agrigento.
In un territorio, quello provinciale, che vuole svegliarsi dal torpore che l’ha caratterizzato per anni ma non trova i mezzi sufficienti, che mostra voglia di crescere ma si trova a fare i conti con le difficoltà riscontrate dalle pubbliche amministrazioni nella progettazione a medio e lungo termine, che può usufruire di fondi per la realizzazione di opere e per il restyling dell’esistente trovando così la “forza” di andare avanti, occorre un punto di partenza: mettere in rete tutte le competenze ed essere da stimolo e da supporto alle pubbliche amministrazioni: tutti insieme per la nostra terra, per il rilancio e lo sviluppo del nostro territorio che, inevitabilmente, passano dai centri storici (per dare slancio allo sviluppo delle città); dalle strade, dai porti, da un uso uniforme della fascia costiera affinché i collegamenti, anche quelli con i comuni più periferici, non scoraggino le visite nei luoghi più belli dell’agrigentino. Come non pensare alla rete del Mudia, ad esempio, oppure al sito geologico di Porto Empedocle noto a livello internazionale e poco conosciuto dalla popolazione locale. Rete anche per il rilancio dell’economia attraverso ciò che la nostra terra produce: mandorle, l’uva Italia, pistacchio, ecc..
L’Osservatorio tornerà a riunirsi nei prossimi giorni, per mettere a punto delle strategie di rilancio e individuare strade percorribili che conducano allo sviluppo del nostro territorio.