Dopo il sit in svoltosi a inizio marzo dal personale sanitario dell’Asp di Agrigento e del 118, la Cisl Fp è stata ricevuta in Prefettura per le procedure di raffreddamento e conciliazione previste dalla legge.
Un incontro che ha parzialmente risposto alle numerose richieste di chiarimenti invocate dal sindacato in questi mesi.
“Esprimiamo certamente soddisfazione – spiegano il segretario provinciale Salvatore Parello e il coordinatore della Sanità pubblica e privata Agrigento Alessandro Farruggia – per l’annuncio dell’imminente pubblicazione delle graduatorie della mobilità interna e le progressioni orizzontali per l’anno 2019/2020, perché permetterà il riconoscimento delle giuste spettanze ai dipendenti, fin qui penalizzati da una classe dirigente che, solo in parte, risponde alle esigenze dei lavoratori. Altro aspetto positivo dell’incontro è l’impegno preso da parte del management di dare immediata disposizione per la messa in funzione del tunnel di sanificazione per personale e mezzi del 118 dell’ospedale di Agrigento e di una gestione più idonea degli ascensori. Accogliamo positivamente anche la notizia che si stia lavorando per il pagamento delle prestazioni aggiuntive connesse alla campagna vaccinale, che dovrebbe avvenire entro giugno.
Numerose, tuttavia, le questioni che restano ancora oggi irrisolte e alle quali l’Azienda non ha saputo fornire risposte.
“Purtroppo – continuano Parello e Farruggia – dobbiamo prendere atto di come non siano state date rassicurazioni sui tempi necessari per il regolamento delle progressioni verticali e all’atteso aumento dei buoni pasto. Abbiamo evidenziato in Prefettura come tali ritardi e disfunzioni siano da addebitare alla scarsa attenzione alle esigenze dei lavoratori dimostrata in questi anni da chi ha la responsabilità della gestione delle risorse umane, come confermato anche dall’annoso e mai risolto problema delle spettanze accessorie per il personale, mai caricate per il personale dell’ospedale di Canicattì. L’incontro – continuano – è stato occasione anche per rimarcare le profonde carenze di organico che riguardano gli ospedali e i distretti sanitari della provincia: nel reparto di Chirurgia di Licata, ad esempio, il personale ormai da tempo non riesce a terminare il turno in quanto, al termine dello stesso, non riceve il cambio previsto e, pertanto, si trova costretto a continuare la propria attività in sostituzione degli assenti; all’unità di Cardiologia di Sciacca, inoltre, i due/tre infermieri del turno notturno non possano garantire una corretta igiene dei pazienti per la mancanza del personale di supporto o, ancora, come la grave situazione dei Tecnici di Laboratorio dell’unità di Patologia clinica di Sciacca li vede costretti da anni a sopperire i buchi di organico dell’ospedale di Ribera. Torniamo inoltre a chiedere si proceda il prima possibile con le progressioni verticali”.
Proprio sul tema delle carenze di personale il sindacato ha chiesto al prefetto di rappresentare al Ministero la necessità di poter superare il tetto di spesa per i reclutamenti al fine di garantire l’adeguamento delle piante organiche rispetto alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza, anche attraverso il mantenimento delle 36 ore lavorative a tutto il personale incaricato sanitario e amministrativo assunto per l’emergenza Covid.
“Abbiamo rappresentato – continuano Parello e Farruggia – come l’eventuale rimodulazione oraria rischierebbe di compromettere i livelli minimi essenziali di assistenza ancor di più in prospettiva delle ferie estive e che, soprattutto, una riduzione delle ore di questo personale potrebbe portare a dimissioni di massa di questi lavoratori dato che sono spesso residenti fuori provincia e potrebbero ritenere non economicamente vantaggiosa l’attività da svolgere”.